Speciale Muskelrock 2019


Rok and Roll On The Sea - Festa del Redentore


Ciao Alex!


L'Antro di Ulisse Vol. XXII


Intervista con i White Skull

Recensioni: White Skull

"Will of the Strong"


Intervista con i Thomas Hand Chaste

Recensioni: Where The Sun Comes Down

"Welcome"

Recensioni: Pandora

"Ten Years Like in a Magic Dream"

Recensioni: Black Star Riders

"Heavy Fire"

Recensioni: Kreator

"Gods Of Violence"

Recensioni: Danko Jones

“Wild Cat”


Intervista con i Saxon

Recensioni: Paolo Siani ft Nuova Idea

"Faces With No Traces"

Recensioni: Ted Poley

"Beyond The Fade"

 

 

 

 

 

Live Report: Blaze

BLAZE BAYLEY + DOBERMANN + SANURYA

Il Peocio, Trofarello (TO)

13 Aprile 2012

A distanza di tre anni torna nella piccola venue torinese lo storico singer, per quella che è la prima data italiana del lungo e capillare tour europeo della Blaze Bayley Band. Sono passate le 22 quando, varcata la soglia del locale, scorgo Blaze seduto al tavolo del merchandise intento ad occuparsi in prima persona della vendita del materiale. Dalla sala concerti si odono i SANURYA, che hanno iniziato da qualche minuto, ma preferisco trascurare l'ennesima cover band maideniana del torinese e scambiare qualche parola con Blaze, gentilissimo come sempre nell'elargire foto e autografi. Tocca quindi ai DOBERMANN, trio di vecchie conoscenze della scena hard rock locale. Paul Del Bello (voce/basso), Dario Orlando (chitarra), Boe (batteria), propongono un rock energico cantato in italiano, non particolarmente immediato come forse il genere richiederebbe, comunque ben suonato. Simpatica “Antisociale” versione in italiano del classico di Trust e Anthrax, mentre per essermi totalmente sconosciute rimangono impresse “Negativo” e la conclusiva “Asfalto Che Grida”. E' passata l'una quando BLAZE lascia al tavolino il cartello con scritto “Blaze Bayley will be back after the show” e raggiunge i compagni per quelle che saranno quasi due ore di heavy metal massiccio e senza compromessi. Si parte con una lanciatissima “The Will To Live”, seguita da “Lord Of The Flies”, che scalda immediatamente i pochi ma partecipi presenti. Buona parte della scaletta questa sera è incentrata sui primi lavori della band, dove le veloci e dirette “The Launch” e “The Brave” si alternano alle più lente de epiche “Silicon Messiah” e “Stare At The Sun”. Non mancano ovviamente brani tratti dall'ultima release “The King Of Metal”, con la drammatica “Dimebag” dedicata a Dimebag Darrel, “Rambow Fades To Black”, dedicata a Ronnie James Dio, e la tellurica title-track che scatena il pogo. Più volte durante il concerto Blaze sottolineerà che detto titolo è riferito a tutti i metal fan che acquistando cd e andando ai concerti supportano la scena e la sua band in particolare, permettondogli di continuare ad essere un privilegiato perchè egli stesso è un fan che riesce a vivere il suo sogno. La band di Blaze parla per 3/5 italiano: Lehmann al basso e Claudio Tirincanti alla batteria svolgono un lavoro egregio in fase ritmica; Andy Neri divide il compito di chitarra solista con il giovane olandese Tomas Zwijsen, faccia da liceale, scarpe bianche da damerino e co-autore di buona parte di “The King Of Metal”. Band promossa sia per capacità di esecuzione che per presenza scenica. Lo stesso Blaze mi sembra più preciso che in passato; talvolta l'eccessiva foga lo mandava fuori giri, oggi è calmo e concentrato, anche se nei passaggi più tirati ricompare quello sguardo allucinato alla Totò Schillaci di Italia '90. Finale di concerto dedicato quasi esclusivamente alla Maiden era, con “Clansman”, “Man On The Edge”, “Futureal” e “Virus” che ovviamente scatenano cori ed ovazioni anche tra chi fino a quel momento aveva seguito lo show in maniera più distaccata. Il concerto finisce e Blaze sorride soddisfatto, prima di dirigersi nuovamente al suo banchetto. Non c'è stato il pienone, ma alta è la percentuale di coloro che si fermano ad acquistare il nuovo cd, a dimostrazione che il singer è ancora in grado di realizzare puro heavy metal capace di far breccia nel cuore degli appassionati.