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Live Report: MUSKELROCK 2017

SPECIALE MUSKELROCK 2017

Tyrolen, Alvesta (Svezia), 1-3 Giugno 2017

Testi e foto di

Mentre quasi tutti fanno la gara a “chi ce l’ha più grosso” (parlo di festival) c’è ancora qualche organizzatore che ragiona pensando per prima cosa a fare le cose per bene e a far divertire il pubblico: non sempre grande vuol dire bello, alle volte un festival piccolo, ma con l’atmosfera giusta, l'aria di party che dura per quatto giorni -senza grandi soste quasi nemmeno per dormire con feste notturne che arrivano al mattino- e il mix di band giuste. Non quelle più in voga, ma oramai c'è uno zoccolo duro di appassionati che verrebbe anche a scatola chiusa: questo è il Muskelrock.

 

Il Festival

Anche noi facciamo oramai parte di questo zoccolo, dato che, quasi ogni anno, oramai dal 2010, non perdiamo l’occasione di tornare nel posto dove il tempo sembra essersi fermato e il metallo classico è più vivo che mai: il Muskelrock! Così anche quest’anno ci siamo concessi qualche giorno fra le foreste e i laghi svedesi per la nona edizione di questo piccolo festival di culto da cui si sa sempre cosa aspettarsi, all’insegna di Peace, Fun & Heavy Metal! Tempo fa venivamo a questo festival a mo’ di antipasto per il ben più grande Sweden Rock, che si tiene il weekend successivo, ma nelle ultime due occasioni abbiamo preferito concentrarci sul piccolo ma vivace weekend dalle parti di Alvesta, nella cornice del parco anni ’60 del Tyrolen. E, come qualche amico svedese ha anche ammesso, forse è meglio così, perché in realtà tanti di coloro che conoscono le due realtà ritengono molto migliore l’atmosfera e il clima di festa da queste parti, senza l’organizzazione onnipresente dell'enorme parente maggiore, ma con una freschezza maggiore e tante chicche meno conosciute dal pubblico mainstream ma sempre ben apprezzate da queste parti. E in fondo alla domanda di rito “Per che band siete venuti qui??” segue sempre un lungo tentennamento che culmina immancabilmente in un “veniamo per il festival, le band valide ci sono sempre, ma il bill non è l’elemento più importante!”. Ed effettivamente, dove, altrove, “headliners” come Raven, Girlschool o Coven attirerebbero circa millecinquecento metallers paganti, se non qui al Tyrolen?! Il festival si è oramai consolidato attorno ad alcuni punti fermi funzionanti e si cerca giustamente di cambiare il meno possibile. Quello che spicca al di là di tutto è, oltre all’atmosfera unica, la location: recuperata alcuni anni fa dagli organizzatori, dopo che era stata abbandonata dopo i fasti degli anni ‘60/’70, emana ancora il fascino di un posto antico semplicemente ri-funzionalizzato all’uso moderno. Il palco “grande” con grandi dipinti a tema Venezia (non a caso chiamato “Venedig”) è in una casetta appollaiata su di una collina. Mentre il palco “piccolo” è sotto un capannone circolare di legno (da qui il nome “Rotundan”) ampiamente decorato con colori vivaci e figure originali dei tempi. Qui sotto dove c’è anche un grande bar e il ristorante principale, ampio spazio persedere e… quest’anno anche un pianoforte a uso dei presenti, oltre ad altre amenità come l'immancabile tavolo da ping pong. La scelta del cibo è sparsa nell’area ma non vastissima, va da piatti a base di luganiga locale, piatti vegan, hamburger anche vegani, hot dog e le classiche “pizze” appena all’esterno. La formula dell’alternanza dei due palchi permette di seguire comodamente tutti i concerti, da segnalare solo qualche problema tecnico di cui parleremo più avanti, un fatto più unico che raro da queste parti. Come sempre il bill è stato vario anche se quest’anno abbastanza orientato verso sonorità più spiccatamente metal, non è mancato anche qualche momento più rock’n’roll o psych o doom. Certo non ci sono mai nomi di così alta levatura -e costo- ma il complesso è di buona qualità! Le band amano intrattenersi fra il pubblico prima e dopo il loro concerto, anche per più giorni perché… si è tutto amanti di questa fantastica musica e di questo fantastico posto! Il tempo quest’anno pur quasi senza pioggia, è stato un po’ fresco e nonostante questo ci dicono qualcuno il bagno nel vicino lago l’abbia pure fatto. Ma soprattutto nelle gelide ore notturne con punte di 5-6°C è stata dura sopravvivere all'esterno senza un giaccone invernale. Da qualche anno si è consolidata l’area del festival “alcool free”, nel senso che non è più possibile introdurre alcool dall'esterno come nelle prime edizioni, ma solo acquistarlo al bar, come in tutti gli altri eventi svedesi e non solo. Diciamo che l'happy hour dalle 14 alle 18 è stato molto apprezzato (birra media a 30 SEK, 3,50 euro), ma comunque anche il costo della birra standard (50 SEK, 5,50 euro) non è esagerato visti gli standard locali. Poi così facendo è possibile ottemperare alle rigide leggi locali in materia e bersi la birra fresca di spina anche sotto ai palchi e non solo nelle piccole aree bar. Ampia l’area campeggio esterna per camper/roulotte o tende con tanto di servizi offerti dalla vicina locale Chiesa (!!), che mette a disposizione doccia calda, colazione e… volendo matrimonio in loco, a soli 500 metri dal Tyrolen! Bene ma ora bando alle ciance, buttiamoci nella cronaca!

Il viaggio

Quest’anno ci siamo avviati il mercoledì mattina all’alba, per prendere un volo mattutino verso Göteborg, in modo da goderci con calma anche una sorta di un-official warm-up che ci eravamo sempre persi. Presa l’auto a noleggio in poco più di un paio d’ore siamo al nostro B&B in mezzo al bosco, a “walking distance” dal Tyrolen. Ovviamente non dopo aver fatto il pieno di birre sulla strada, nei negozi di stato Systembolaget, sosta obbligatoria per questo genere di vivande. Dopo esserci cibati nel ridente quanto ancora dormiente centro di Alvesta, siamo nel parcheggio del Muskelrock sotto sera: pesanti nuvoloni e un vento gelido ci fanno capire che sarà una quattro giorni molto strong. Molti stanno ancora arrivando e il campeggio è ancora a metà servizio, ma pian piano la serata si ravviva, dopo qualche birra di “aperitivo” siamo pronti anche ad addentrarci sotto il tendone da circo esterno dove –come ogni anno- si terranno gli interminabili after-show party ed anche alcuni concerti ospitati da un carro da trattore allestito appositamente. Il tutto è gestito dalla Live Evil, organizzazione “gemellata” che organizza festival a Berlino e Londra. Pian piano il primo party prende vita e così è un attimo –e svariate birre- trovarsi all’alba –che qui arriva alle tre e mezza/quattro-ancora in piedi a far festa, quando è il momento di fare ritorno al B&B… dopo ventitré ore in piedi forse è meglio riposarsi un po’ in vista del vero e proprio inizio di festival!

Giovedì 1 Giugno

La prima giornata di festival è il Giovedì e il tempo è abbastanza buono, soleggiato e caldo. Ci incamminiamo poco dopo mezzogiorno e in breve siamo al festival. All’interno stanno proiettando un film, chiaramente in svedese, “Too Big For The World”, documentario su di una bodybuilder cinquantenne, Irene, e sulla discriminazione delle donne troppo muscolose. Prendiamo possesso di braccialetto e photo pass al banco all’ingresso, dove ci viene data anche la busta dell’extra strong ticket -biglietto speciale di cui ci eravamo dotati per tempo- contenente maglietta del festival e un vinile dei Dead Kosmonaut. Quindi siamo pronti ad addentrarci nell’arena del Tyrolen, ancora abbastanza deserta, per berci una prima birra fresca.

 

Verso le due è il momento dei TUNGSTEN AXE, giovane band svedese già da qualche anno in circolazione, che inaugura la giornata con del classicissimo heavy metal suonato abbastanza a regola d'arte. L'immagine è improbabile e ottantiana, con il cantante dalla bionda frangetta degno frontman seppure vocalmente non impeccabile. Il pubblico è ancora un po' scarso ma risponde abbastanza caldo al richiamo della band del Dalarna. Buon antipasto!


Si va sotto al Rotundan per il set ben più tirato degli ENTRENCH! Passiamo infatti in un lampo a un thrash/death bello incalzante con un'altra band svedese in giro già da una decina d'anni. Che in pochi attimi accende gli animi dei fan della musica più estrema in sala, pur non lasciando grandissimi ricordi nella memoria, contribuisce a far salire la carica.


Tocca ora agli STEEL INFERNO dalla non troppo lontana Copenaghen
, e ancora una volta il palco esterno si conferma dedicato al metallo più classico, più ruvido comunque degli opener. I danesi hanno da poco fatto uscire un debut, “Aesthetics of Decay”, e sono sicuramente già ben rodati. Guidati con forza dalla poco appariscente ma efficace e instancabile Karen, fanno la loro sporca figura con un metallo ottantiano, a tratti speed a tratti più hard rock. La risposta del pubblico è calorosa anche se non incredibile, ma il loro show è comunque su di un gradino nettamente superiore a quanto visto finora.

 

Alle cinque è quindi il turno di un nome italiano –o meglio sardo- ad allietare queste edizione, tocca ai BLACK CAPRICORN accendere il pomeriggio del palco piccolo. Il loro doom abbastanza classico e ortodosso ma caldo, pian piano entra nella sala e il pubblico -inizialmente un po' freddino- si avvicina a loro con sempre maggiore curiosità. Uno dei pochi act del genere in un festival che ne ha sempre riservato ampio spazio. Fiducia comunque ben ripagata dal solido show dei nostri, sicuramente da annotare sul taccuino delle sorprese positive.

 

Tuffo nella storia svedese ora con i DESTINY, qui a ben più di trent’anni dai tempi degli esordi. Sono lontani i tempi di “Beyond All Sense” e di questo ne siamo ben coscienti, ma seguiamo il loro set con interesse: in fondo sono un pezzo della storia del metallo locale. Ma, purtroppo, non siamo rimasti così colpiti dal loro show. Oddio tutto ortodossamente riportato a noi, ma senza farci gridare al miracolo, fanno il loro compitino, ci portano indietro nel tempo ma... senza lasciare il segno.

 

Quando decidiamo di cenare, al Rotundan è il momento dei danesi DEMON HEAD, freschissima band che pur oscilla fra classic doom e occulto in salsa settiantiana -epoca sempre molto apprezzata da queste parti- riff taglienti e atmosfere rarefatte. Il tutto portato con la giusta dose di energia, incanalata dal debordante singer M.F.L. che tiene la scena, acclamato dai presenti, con discreto savoir faire. Era uno dei nomi che mi ero segnato sul taccuino prima di partire e loro non deludono le attese, riempendo a dovere la sala.

 

Tocca agli idoli locali SCREAMER iniziare la serata. E dobbiamo dire che hanno vita abbastanza facile ad incendiare i presenti sotto il palco principale. La loro energia è dirompente e il loro non prendersi mai troppo sul serio -guardate i loro videoclip con tutto l'humor svedese del caso- fa sì che ci sia empatia immediata fra fans e loro. Che in fondo sono un po' come tutti noi: amanti del metallo classico che suonano senza grandi inutili voli pindarici, pur con qualche aggiornamento da nuovo millennio. Una vera macchina infernale!

 

Un buon pubblico accoglie ora i canadesi BLOOD CEREMONY, sotto coperta. La band di Toronto è fra le più attese di giornata: su tutto spicca l'ammaliante voce di Alia O'Brien, che ci accompagna in un tuffo nel passato con un massiccio, occulto, psichedelico, doom, folk, retro rock, condito da un mai banale tocco di flauto e organo. Uno show caldissimo e accolto da un pubblico degno e partecipe, per uno dei classici nomi da Muskelrock. Non hanno certo deluso le attese, suonando autentici e trascinanti dall'inizio alla fine.

 

E’ ora giunto il turno della vera chicca di giornata, LEATHER LEONE: colei che cantò negli 80's nei Chastain per poi rilasciare un solo album nel lontano 1989. Tornata da poco sulle scene in solitaria, stasera la cantante americana è pronta a deliziare il discreto pubblico sotto il palco principale con un energico show di metallo classico con tanti passaggi del suo periodo Chastain (“Ruler of the Wasteland” apre le danze giù fino alla conclusive “For Those Who Dare” e “Voice of the Cult”) con qualche inevitabile passaggio sui suoi pezzi di battaglia, come “Shock Waves” o “All Your Neon”. Non certo lo show di cui raccontare ai nipotini, ma solido ed efficace, sorretto dalla ancora affilata ugola con una band di buoni mestieranti alle spalle e i presenti apprezzano!

 

Se c’è un classico a questo festival, è il set notturno degli ANTICHRIST, idoli locali che hanno presenziato a tutte le nove edizioni fin qui disputate! E che dire è sempre il “solito” show: gente che poga, passaggi velocissimi e tanto divertimento per gli amanti della musica più estrema, con qualche grattacapo per i -per il resto quasi disoccupati- addetti alla sicurezza. Solidi, soliti: se volete “distruggervi” al primo giorno di festival, loro ci sono sempre!

 

Si continua con toni estremi nel gelo della notte svedese con i TRIBULATION, altro momento abbastanza estremo e non parliamo delle temperature. La giornata è stata lunga e preferiamo concederci una pausa prima del finale di giornata, sì quello nel tendone esterno!


Riusciamo a malapena ad entrare nella tenda da circo e prendere una posizione da cui vedere qualcosa, quando sul carro installato a mo’ di palco si esibiscono poco dopo l’una i canadesi BARROW WIGHT, che si proclamano i “true kings of Mordor Metal”, promettendo di portarci fra le lande delle Terre di Mezzo, con il loro metallo abbastanza tirato (diremmo speed) che mette a dura prova la tenuta del tendone, causa l'entusiasmo dei presenti. Solidi ed efficaci.


Dopo il loro set il tendone torna ad essere leggermente più vivibile, ma il party continua senza grandi soste e in piena follia per tutta la notte –che qui sappiamo dura fisicamente poco- e quindi fino al mattino. Stremati dai festeggiamenti, facciamo ritorno al B&B verso le quattro, ci aspettano ancora due giornate piene di festival, ci saranno da amministrare le forze!

 

Venerdì 2 Giugno

Il secondo giorno di festival parte con grandi nuvoloni all’orizzonte, temperature comunque discrete, sui 18-20 gradi e, fortunatamente, quasi assente la grande temuta pioggia. Ci incamminiamo verso l’una e siamo in loco quando è già finito il Musikquiz, un classicone delle mattinate al Muskelrock.

 

Alle due è già il momento di scaldare i motori seriamente con i californiani NIGHT DEMON: amati dal pubblico del festival -già li avevamo visti qui qualche anno fa, stranamente sempre in apertura- ci scaldano a dovere con un solido set di NWOBHM all'inglese, come andrebbe suonato, con l'energia trabordante del leader Jarvis Leatherby che coinvolge i presenti dalla prima fino all'ultima nota, giù fino alla trascinante “Night Demon”. Rullo compressore!


Sotto al Rotundan è ora il momento di una giovanissima band locale, I NEBULOUS AURA: suonano un metallo abbastanza moderno con tinte oscure, però li troviamo un filo acerbi per un festival come questo. Se son rose fioriranno, ma per il momento siamo sull'N.G.

 

Torna a salire vertiginosamente il voltaggio quando sul palco esterno si esibiscono i messicani VOLTAX: ecco loro hanno l'energia che ci era mancata per la precedente ora, tornando a fare salire l'adrenalina ai livelli di inizio giornata. Immediatamente scatta la scintilla fra loro e il pubblico e l'energia che portano sul palco con il loro massiccio metallo è interrotta solo da dannati problemi all'impianto che da ora in poi a fasi alterne e improvvise prederanno di mira il palco esterno. Loro comunque non si fanno intimorire troppo e continuano a darci dentro e i presenti apprezzano. Devastanti.

 

Sono le cinque e torniamo al coperto per i finnici MAUSOLEUM GATE, che con maggiore classe e classicismo, ci sparano il loro metallo a tratti molto hardrockeggiante e settantiano che fa presto breccia fra i presenti in numero crescente. Nel complesso fanno il loro sporco lavoro, pur, non facendoci gridare al miracolo e risultando non troppo coinvolgenti, rimandati alla prossima occasione!

 

Prima grande chicca di giornata, i BANG! La loro storia affonda le radici nell'America di fine anni '60 e Woodstock e sinceramente sembravano spariti dalla circolazione da tanto tempo. Un tuffo della storia ma anche nei seventies, in compagnia ancora degli storici Frank Ferrara e Frank Gilcken. Seppur i ritmi lenti e sabbathiani non ci abbiano coinvolto più di tanto, andavano visti, per questo diamo la sufficienza, ma non molto di più.

 

Al Rotundan si torna su toni ben più estremi quanto tocca ai TYRANEX, e quale deciso cambio di ritmo e energia!! La bionda Linnea Landstedt sembra indemoniata e lancia taglientissimi vocalizzi seguita a ruota dal ritmo incalzante dei compagni di band per un set di thrash metal vecchia maniera che risveglia la nostra giornata. Hanno da poco rilasciato il loro nuovo “Death Roll” sicuramente da prendere in considerazione se siete amanti del genere. Noi consumiamo la cena nel più breve tempo possibile per seguire meglio il loro set. Energia pura!

 

Ore venti appuntamento imperdibile con il grande EDDY MALM e la sua BAND. Il frontman degli indimenticati Heavy Load, tornato da queste parti -dopo l'apparizione spot dell'anno scorso sul palco con la cover band Heatens From The North- e giunto oggi al primo concerto di questa nuova avventura “solitaria” che ha da poco rilasciato un album, “Northern Lights”. Disco che fa chiaramente la parte del leone oltre a qualche chicca degli Heavy Load -già “coverizzata” nell'LP- come “Dark Nights” o “Saturday Night”. Voce immortale, pur se guardandolo penseresti a un vecchio che va a bersi un bianchino al bar, il buon Eddy poi sul palco si riscopre ancora in buona forma. Anche quest'anno il set si chiude con il pensiero fisso: a quando la reunion degli Heavy Load, magari su questo palco??

 

Altro nome svedese dedito a un metallo abbastanza classico, ore ventuno ci sono i NIGHT VIPER da Göteborg. La banda capitanata dalla apparentemente esile ma esplosiva Sofie-Lee Johansson è quello che ci vuole a quest'ora: tanta energia e buon metallo tirato e diretto al punto. Fra poco lanceranno il loro secondo album, “Exterminator”, un nome una garanzia, non vediamo l'ora di ascoltarlo!

 

Uno dei pochi nomi veramente conosciuti di questo festival, è il momento delle GIRLSCHOOL! Le eterne “ragazze” inglesi non sono certo una sorpresa, ma è pur sempre piacevole rivederle sul palco. E loro fanno il loro sporco lavoro portando il loro classicissimo show anche qui al Tyrolen: tanta classe e alcuni ottimi pezzi che fanno facilmente presa sui presenti: Da “C'mon Let's Go” a “Race With The Devil”, arrivando a “Emergency”, le nostre spazzano via ogni dubbio sugli anni che inesorabilmente anche per loro passano, e ci regalano un altro concerto pieno di energia. Alle volte è meglio non stupirsi ma andare sul sicuro, e con loro il divertimento è assicurato!

 

Sono ormai le undici e si prosegue con i tedeschi KADAVAR, vistosi beard rockers tedeschi, trio allineato sul palco con anche il batterista in prima fila e non defilato come quasi in tutte le band. L'energia del loro semplice ma efficace heavy psych settantiano è debordante e alterna momenti sognanti e psichedelici a chitarre taglienti, il tutto estremamente fresco e accolto con buon calore dal pubblico. Attendiamo con ansia un seguito al buon “Berlin”, in arrivo quest'autunno!

 

Si torna all’esterno nella gelida notte svedese per i MERCILESS, nome storico della scena thrash-death metal svedese che raccoglie buoni consensi nonostante il clima pungente. Sono in giro con alterne fortune oramai dal lontano 1986, e si vede, esperienza e classe oltre ai segni del tempo. Tuttavia le forze sono al lumicino e seguiamo a distanza il loro set prendendoci un po' di riposo.


E’ l’una e tocca agli HANDS OF ORLAC chiudere la giornata “ufficiale”. La band oramai “svedese” a tutti gli effetti, pur se di chiare origini italiane, rispetto alla precedente calata al Tyrolen paga lo scotto della tarda ora e della concorrenza del tendone esterno. Noi comunque rimaniamo fino alla fine dei quaranta minuti di set ammaliati dal loro semplice ma efficace oscuro doom. Peccato per l'ora!


Fuori sotto la tenda da circo nel frattempo hanno già suonato i VAMPIRE, che ci siamo persi, ma quando arriviamo, oltre a un pubblico ancora strabordante, vediamo che si sta armeggiando ancora sul carro/palco e… a sopresa i NIGHT DEMON si esibiscono in un trittico di cover per dare il via alle danze del party prima di buttarsi anche loro in mezzo a noi. Come sempre verso le quattro lasciamo il campo per fare ritorno al B&B e il meritato riposo sotto qualche goccia di pioggia, ma niente di così preoccupante.


Sabato 3 Giugno

Sabato è l’ultima giornata di festival e il tempo sembra un po’ più soleggiato anche se le temperature non sono molto elevate. Ci dirigiamo al Tyrolen verso l’una, mentre sta finendo la classica asta di oggettistica legata al Muskelrock.


Verso le due è quindi il momento degli ORKAN, band quasi completamente al femminile dalla prolifica -almeno per il genere- Göteborg. E per loro il tempo sembra essersi fermato ai seventies: il loro prog rock anni '70 con tanto di sassofono è comunque un toccasana per riprendersi dai bagordi della nottata precedente e mettersi nel giusto mood. E seppur cantino in svedese è un attimo ritrovarsi avvolti nel loro mondo. Buon inizio di giornata!


Si passa quindi al coperto per i cileni CONDENADOS. Il loro doom è molto classico, lento e “europeo” oseremmo dire però non pare fare molti proseliti fra i presenti, seppur sia una delle loro rare calate europee
. Forse il loro set è troppo ortodosso e semplice per riuscire a colpire nel segno. Peccato!


Alle quattro è il momento di far salire l’energia vertiginosamente con gli iberici IRON CURTAIN: ecco se il concerto di prima aveva un po' annoiato, la loro energia e il loro heavy metal tellurico ci ha risvegliato! Certo non vanno molto oltre lo stereotipo HM, ma il loro set su questo palco funziona e i presenti sembrano apprezzare, pezzi semplici diretti al punto, tanta tanta energia. Rullo compressore per l'ora scarsa a disposizione!


Si torna sottocoperta per i DEAD KOSMONAUT. Dobbiamo dire che avevamo buone aspettative su di loro, ma il loro show non rispetta del tutto quello che pensavamo di trovarci: sì la band capitanata dal bassista Mattias Reinholdsson, suona un discretamente tirato hard rock a tinte heavy, doom e seventies, ma il tutto pur ben fatto non lascia il segno come sperato... Non basta il “solito” -ma oggi alquanto insolito- Pelle Gustafsson (vedi i ben differenti Nifelheim) alla voce a tirare su le sorti del set... peccato!


Alle sei è il turno dei canadesi CAULDRON, e qui c'è un discreto salto in alto. Il trio nordamericano ha tutto un altro impatto e il suo roccioso metallo fa facile presa sui presenti che li accoglie con un buon calore. Non sono più una sorpresa ma più che altro una certezza, pur se nel tempo non hanno fatto il salto di qualità sperato, e l'ora scarsa a disposizione è qui a confermarlo. Solidi e diretti al punto.


Ora di cena accompagnata dai norvegesi BLACK MAGIC che ci propongono il loro personale tuffo nei seventies, un buon set che però non va oltre ad un piacevole accompagnamento della cena: manca il guizzo che ce li renda memorabili ma è comunque un caldo proseguimento di giornata su sonorità molto classiche che non guastano mai.


Si torna al metallo classico e inglese con i WITCHFYNDE. E ogni qualvolta un protagonista della scena originaria della NWOBHM -e loro sono in circolazione dai primi anni '70- torna a calcare il palco, è sempre un piacere starsene lì sotto a muovere la testa a tempo. I nostri mostrano notevolmente i segni del tempo, ma non sono un'allegra compagnia di vecchietti in gita per pescare sui laghi svedesi. E sul palco mostrano ancora una buona presenza e ci deliziano con il loro HM per tutta l'ora a disposizione, guidati dal frontaman Luther Beltz che mostra ancora ha una discreta forma. Un'apprezzata lezione d'inglese!


Alle nove è il momento di un po’ di rock’n’roll con ROBERT PEHRSSONS HUMBUCKER. Devo dire che il genere è quasi fuori tema qui anche se aiuta a rendere più varia l'offerta. E poi il loro set è abbastanza seguito e interessante. Robert Pehrsson, chitarrista navigato e conosciuto ai tempi del compianto Robert Dahlqvist e dei Dundertåget, poi anche negli Imperial State Electric, ha portato qui oggi la sua versione solista. La presenza di Joseph Tholl (già visto più volte con Enforcer e Black Trip) alla voce e i pezzi veloci e diretti fanno del loro set uno dei più divertenti della giornata. Una vera sorpresa!


Si torna all’esterno per i RAVEN, siamo oramai agli sgoccioli, ma ci aspetta ancora tanto di buono! La band dei fratelli
Gallagher non è proprio qui a regalar sorprese, ma a proporci il proprio solido show, che parte sulle note di “Hard Ride”, giù quasi senza soste se non per qualche veloce “solo”, fino alla conclusiva cover di “Born To Be Wild". Un'ora di goduria per i fan del puro metallo classico, guidata con maestria dai soliti instancabili fratelli, che si danno ovviamente da fare per coinvolgere tutti i presenti, anche con la giusta dose di humor fra un pezzo e l'altro. Da più di quarant'anni fanno questo mestiere e si vede, quindi zero sorprese ma è meglio così, no?!


Il Rotundan è stato trasformato in un ring ed è il momento dei WRESTLINGSHOW con gli intrattenibili personaggi del wrestling locale, targato GBG WRESTLING. Un'oretta scarsa di scenette a noi non del tutto comprensibili, tipicamente svedesi. Con il pubblico che sottolinea l'apprezzamento rumoreggiando a favore o contro con dei rumorosi “buuuu” verso i personaggi più “odiati”... insomma una delle cose che non manca mai o quasi al Muskelrock, un must da seguire con il giusto distacco e divertimento.


Si torna a fare sul serio con l’ultimo set “ufficiale”, e che chiusura! Tocca infatti ai COVEN far partire i titoli di coda a questa edizione, e lo fanno dall'alto del nome dalla storia più lunga di tutto il festiva! Un tendone bianco copre il palco a mo' di sipario durante la preparazione lasciando già intravedere ombre di candelabri e quant'altro. E quando anche la lunga intro lascia spazio alla musica e si leva la tenda, l'oscurità avvolge perlopiù Jinx e soci. Il loro occulto rock a tratti psych avvolge l'arena in breve coinvolgendo i presenti. L'oscura regina "Jinx" Dawson sembra aver fatto un patto con il diavolo per essere tutt'oggi così in forma e ci guida per l'ora di set. I presenti apprezzano numerosissimi nella freddissima notte svedese. Decisamente immortali!


Visto un piccolo ritardo nel programma ci siamo persi i CC COMPANY al tendone esterno, ma tant’è il party va avanti anche stasera con grande verve -cosa non scontata nei festival svedesi dove l'ultimo giorno molti preparano già le valigie- e così ci intratteniamo ancora fino all’alba, poi è il momento di salutare la compagnia e dirigersi per l’ultima volta verso il B&B. Domani abbastanza sul presto –ore undici- dovremo rimetterci in strada per raggiungere la piovosa Göteborg da dove rientreremo in Italia…ma è un arrivederci al 2018, decima edizione, impossibile da perdere! E non dimenticate, only the strong come to Muskelrock!