Speciale Muskelrock 2019


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Recensione: Accept "Blind Rage"

Accept "Blind Rage"

(Nuclear Blast)

Per Chi Ascolta: Heavy Metal

Ammetto che non avevo scommesso granché sulla durata del matrimonio Accept- Mike Tornillo. Troppo ingombrante il carisma di Udo Dirkschneider e troppo importante il passato di una band che ha gettato le basi dell'heavy continentale. Invece, i Nostri sono già arrivati al terzo capitolo di quella che si sta rivelando un'autentica, seconda giovinezza. Vuoi per il tangibile contributo del frontman statunitense, vuoi per l'ormai consolidata partnership con Andy Sneap, autore dell'ennesima impeccabile produzione. Il singolo "Stampede" apre le ostilità all'insegna di puro metallo tedesco, con subito sugli scudi il binomio ritmico Baltes/Schwarzmann, pronto a replicare nel mid tempo epico "Dying Breed", praticamente il brano che gli Hammerfall tentano di scrivere da almeno dieci anni. La concessione all'orecchiabilità tout court di "Dark Side Of My Heart" rappresenta una clamorosa virata verso la magnificenza heavy rock degli eighties, come se i Dokken al quadrato jammassero con Brian Johnson. Il panzer "Fall Of The Empire" riporta sul sentiero di guerra dettando cadenze marziali, messe poi da parte nell'assalto di "Trail Of Tears": doppia cassa irrefrenabile e Wolf Hoffman che infiocchetta con riffs più affilati di un coltello. Giunge quindi al momento opportuno la semi-ballad "Wanna Be Free", dagli apprezzabilissimi echi di vecchi Scorpions. E, tanto per non deludere nessuno, gli Accept strizzano l'occhio a certi Judas Priest in "Bloodbath Mastermind". Nuovamente spazio ad armonie a presa rapida nella superba "From The Ashes We Rise", per cui non è difficile prevedere un futuro da nuovo classico, al pari della bordata "Final Journey", standard sì ma che non fa prigionieri. Senza dubbio, ad oggi, "Blind Rage" è il miglior album assieme a Mark Tornillo: intramontabili Accept.


 

Massima Allerta: Almeno tre/quattro top tracks

Colpo Di Sonno: Non pervenuto