Speciale Muskelrock 2019


Rok and Roll On The Sea - Festa del Redentore


Ciao Alex!


L'Antro di Ulisse Vol. XXII


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"Beyond The Fade"

 

 

 

 

 

Recensione: Concrete Block "Twilight Of The Gods"

Concrete Block "Twilight Of The Gods"

(FOAD Records)

Per Chi Ascolta: Hardcore at its finest

Fucina di storici gruppi nel decennio 1980/90, la scena hardcore italiana da tanti, troppi anni non beneficia di quel ricambio generazionale indispensabile per la sua stessa sopravvivenza. Nell'era di Internet e delle tribute bands, sembrano lontani anni luce l'etica "Do It Yourself", le fanzine ciclostilate ed i concerti in scalcinati centri sociali che fungevano da spina dorsale di un movimento per certi versi ineguagliabile. A cui, senza dubbio, guardano i Concrete Block formati, non a caso, da reduci degli '80s. L'approccio è quello tipicamente furente dell'epoca d'oro dell'HC, attualizzato nel sound granitico che straborda in "Through The Bars" e scolpito da feroce riffing slayeriano, vocione sfociante nel death e letali decelerazioni che faranno capitolare parecchie teste dal vivo. Parimenti a "Death Is The Only Law", equiparabile ai Sepultura del periodo "Chaos A.D." ed a "Kill Me If You Love Me", sorta di Biohazard sotto steroidi trainata da irrefrenabile groove. Anche "The Good Fight", sin dal titolo, rende l'idea: un pugile impazzito che sferra montanti a destra e a manca, stendendo l'ascoltatore e facendo pensare ai White Zombie degli esordi, quelli senza compromessi e pre-svolta commerciale. Persino la doppietta costituita da "Die Alone" e dall'anfetaminica "Trust No One" non fa prigionieri, prima che "Armageddon", cover dei mitici Carnivore, ponga il sigillo ad un album che reclama prepotentemente l'attenzione sia dei nostalgici, che dei giovani in cerca di forti emozioni metalcore.


 

Massima Allerta: Impatto devastante

Pelo Nell'Uovo: Non qui