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Recensione: Covered Call "Impact"

Covered Call "Impact"

(AOR Heaven)

Per Chi Ascolta: Melodic Hard Rock con ottimi autori

Sono ormai trascorsi quattro anni dal godibile debut album "Money Never Sleeps" degli svedesi Covered Call, pubblicato dalla ormai defunta Blistering Records, con alla voce Thomas Vikström (Therion) che si era unito ai fondatori Ronny Svanströmer (bt) e Joel Carlsson (ch), cui presto si aggiunsero il secondo chitarrista Morgan Rosenquist ed il bassista Thomas Thulin. La formazione si è poi evoluta con la dipartita dei due Thomas a favore di Göran Edman (vc - Yngwie Malmsteen, John Norum, Brazen Abbot, Street Talk e molti altri) e Andy Loos (bs - Glory, Lion's Share), permettendo così al rinnovato quintetto di concentrarsi sulle undici nuove composizioni che fanno bella mostra su "Impact" che proseguono lungo le stesse coordinate musicali del precedente disco con chitarre potenti, soffici tastiere in sottofondo, una maggiore dose di AOR e fantastiche parti vocali. Lo start è dato dalla coinvolgente "Lorraine", ottimo e trascinante esempio di Melodic Hard Rock made in Sweden dalla grande presa commerciale e chiarisce subito il carattere positivo della proposta dei Covered Call, e l'energia aumenta nella successiva "When The Lights Are Out" che tuttavia possiede una strofa sulla scia dei Street Talk. "Think About Old Times" completa il trittico iniziale di alta qualità con l'ennesimo refrain di ottima fattura. "Look Into Your Mind" cede ad atmosfere leggermente più malinconiche subito spazzate via dalla stentorea cover di "Hold On" dei Saxon che gode di una rinfrescante riverniciata melodica e di un ottimo assolo del chitarrista Lars Chriss (Lion's Share) che ha anche prodotto "Impact". "Make A Wish" e "Nothing Lasts Forever" non sono brutte, ma non riescono a convincermi come le precedenti canzoni, rispetto alle quali si collocano un gradino sotto. Molto meglio come qualità e incisività "Wake Up" e "When I'm Gone", quest'ultima più leggerina e spensierata. Sarà il suono della chitarra o il songwriting anni settanta, ma "Live It Up" possiede un groove totalmente diverso dal resto della tracklist e la rende oltremodo coinvolgente con quel suo fare alla Le Roux/Little River Band/Foghat, insomma alla fine risulterà la mia preferita del cd, seguita a breve distanza dalla conclusiva "Last Goodbye", vicina ai Bad Company del periodo con Brian Howe e le armonie vocali di chiara matrice Electric Light Orchestra. Neanche un lento o una ballata, dall'inizio alla fine i Covered Call mantengono fede al titolo scelto, Impatto. Non un capolavoro in quanto manca quel quid che avrebbe reso unico il disco, bensì una solida raccolta di buona musica ben realizzata e che saprà tenere bella compagnia a lungo.


 

Massima Allerta: Live It Up, Lorrain, Last Goobye

Pelo Nell'Uovo: manca (forse volutamente) un brano che colpisca in particolare, segno di una buona omogeneità (verso l'alto)