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RECENSIONE: Crazy Lixx “Riot Avenue”

Crazy Lixx “Riot Avenue”

(Frontiers Records)


Per Chi Ascolta: hard rock ottantiano, in salsa scandinava.

I Crazy Lixx sono sicuramente una delle realtà migliori nell’ambito hard rock uscito dalla massa negli ultimi anni. Il loro unico problema, seppur a fronte di un certo successo, pare essere legato alla stabilità della formazione: se dopo il debut “Loud Minority”, avevano perso per strada il chitarrista Vic Zino, accasatosi ai ben più noti Hardcore Superstar, dopo l’ancora maggior successo del successivo “New Religion”, hanno di nuovo lasciato per strada pezzi (leggi bassista e batterista, Luke Rivano e Joél Cirera), proprio mentre si arrivava a questa terza uscita. Chiaramente, seppur di fronte a questi problemi interini, l’aspettativa era molto alta di fronte a questa nuova fatica degli svedesi. Di certo era facile intuire un certo cambio di direzione rispetto al passato: e questo “Riot Avenue” suona meno patinato ed immediato, pur non scostandosi troppo dalle influenze ottantiane degli inizi. E dobbiamo dire che, inizialmente, se non fosse per la puntuale e graffiante voce del capitano Rexon, saremmo presi da un po' di disorientamento di fronte a pezzi più ruvidi, strutturati (grazie anche alla seconda chitarra di Edd Liam) e semplicemente più al passo con i tempi rispetto ai precedenti inni. E la partenza di questo disco non convince da subito, l’energia non manca, però le tracce d’apertura paiono un po’ troppo sterili. Così non ci si riprende completamente fino a quando non ci si imbatte nei bei cori dell'anthemica title track, per un crescendo di toni che alla fine ci convincerà -quasi- del tutto. Così troviamo dapprima la ritmata “In The Night”, quindi la classica “Church Of Rock”, la melodica “Heatseeker “, giù giù fino all’azzeccata ballata di chiusura "Only the Dead Know". In fondo, superato lo shock iniziale, il risultato non è certo inadeguato, ma forse manca un po’ della fresca e vibrante attitudine dei primi lavori. Cambiare rotta ci sta, e qui parliamo comunque di binari molto vicini fra di loro, di certo questo è il disco più maturo, ma forse manca ad ampi tratti la magia che si respirava fra i solchi dei precedenti dischi. Vedremo se Rexon e i suoi due soci superstiti riusciranno a tenere intanto in piedi questa band e a traghettarla oltre questo momento di crisi. Questo “Riot Avenue” sicuramente è già una buona base di ri-partenza, i palchi del mondo attendono di vederlo suonato al più presto!


 

Momento D'Estasi: La voce e le leadership di Rexon dona a questa band anche e soprattutto a questo lavoro quel qualcosa in più che serve per uscire dalla massa!

Pelo Nell'Uovo: Qualche fan di vecchia data rimarrà un po' deluso