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Recensione: Dama“Eirwen”

Dama "Eirwen"

(Ravenheart Records)


Per Chi Ascolta: Gothic rock, Evanescence, Within Temptation.

Conoscevo già da circa tre anni i Dama, grazie a degli amici che mi avevano introdotta alla musica del gruppo milanese ed ero subito rimasta affascinata. Le sonorità moderne e accattivanti si mescolavano ad atmosfere eleganti e raffinate, completate dai riff decisi delle chitarre. Ciò che però mi aveva colpito era l'uso della lingua italiana, inusuale nel panorama gothic rock/metal. Ascoltando i pezzi contenuti nel promo, avevo apprezzato la poesia e il gusto nella scelta delle parole nella nostra lingua, di livello totalmente superiore ad altri artisti della scena nazionale. Per questo attendevo con curiosità e ansia il debutto “Eirwen” e le mie aspettative non sono state per nulla deluse.L'album si compone di due parti: la prima “Immaginario” contiene i pezzi in italiano, la seconda “Imaginary” quelli in lingua inglese. Le atmosfere sono decisamente romantiche, femminili, cucite su misura per la pelle della vocalist Barbara, in possesso di una voce cristallina, espressiva e seducente. Si scivola su note di piano intervallate da chitarre rocciose (come nell'opener “Alba”) che sono lo spartito di testi dalla spiccata vena sensuale.
La già nota “Regina d'Inverno”, per cui è stato girato un suggestivo video, richiama alla memoria i Within Temptation di qualche album fa. Melodica, catchy, è di sicuro uno dei picchi dell'album. Vorrei sottolineare la prova vocale in “Scatola di Vetro (Oriente) in cui Barbara si fa avvolgente, morbida come velluto, a tratti si fonde con gli archi. Un'altra delle mie preferite è “Aprile”, dalla vena più pop, ma non per questo meno bella. In particolare adoro il bridge in cui le parole accelerano e si rincorrono come un'onda dietro l'altra. Probabilmente la più heavy del lotto è “Seta”, in cui i ritmi incalzanti sempre accompagnati dalle tastiere, rimandano un poco agli Evanescence più snob di “The Open Door”. “Lei” è una delicatissima ballata acustica. Mi porta alla mente stanze ariose e luminose perché pur con una vena malinconica, non è triste. E' più simile al ricordo dell'infanzia passata. Una mid-tempo sofisticata è “Ombre” in cui è ancora una volta il pathos del bridge a farla padrone, molto emozionante. La parte italiana si chiude con “Oltre Eclisse” in cui fa capolino una profonda voce maschile, a duettare con Barbara. Il mood che si crea è vagamente spettrale, ma penso che sia l'effetto voluto dai compositori. La seconda parte (in lingua inglese) si apre con “Eliot” pezzo scritto come tributo all'autore anglo-americano Stearns Eliot e mantiene inalterate le caratteristiche stilistiche già evidenti: pur essendo rock, è elegante e pieno di fascino. “Breaking Dawn” e “Your Winter” non sono altro che la riproposizione in inglese di “Alba” e “Regina d'Inverno”. Segue la cover di Madonna “Live to Tell” in chiave leggermente più rock, che mantiene inalterato lo spirito del classico originale.“Rainy Roads” è l'equivalente di “Ombre”, mentre “Lost” lo è di “Seta”.“Scarlet Thoughts in Room” è una dolce ballata per piano e voce che ha qualche affinità con “Lei”, però è ancora più minimale. Si affida solo ai tasti bianchi e neri e a Barbara. Riecheggia lo spirito di Tori Amos e quello della Amy Lee più intimista, molto amate dalla cantante italiana. Così si chiude “Eirwen”, ottimo esperimento nella nostra cara lingua madre; ringrazio Barbara per averci voluto provare e aver creato vera poesia in musica.

N.B.:Per il download gratuito è invece disponibile il remix di “Eliot” a cui è stato dato un taglio più sognante, epico e sinfonico, a tratti riconducibile a certa musica ambient stile Delerium e Sleepthief.


 

Momento D'Estasi: Il bridge di “Aprile” è uno dei tanti.

Colpo Di Sonno: Assolutamente eretico accostare questa definizione a “Eirwen”.