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Recensione: Flotsam And Jetsam "Flotsam And Jetsam"

Flotsam And Jetsam "Flotsam And Jetsam"

(AFM Records)

Per Chi Ascolta: Thrash metal

Incredibile a dirsi, i Flotsam And Jetsam doppiano le tre decadi di una carriera che li ha spesso visti su quella rampa di lancio da cui, invero, non sono mai riusciti a spiccare definitivamente il volo. Ciò nonostante, spirito indomito e coerenza artistica non hanno mai difettato ai Nostri (prova ne sia come si ricompattarono quando Jason Newsted li mollò su due piedi), neppure nel 2016. L'incipit gagliardo di "Seventh Seal", sospinto dalla batteria talentuosa del recente acquisto Jason Bittner (Shadows Fall), è una mazzata in scia agli Overkill, influenza che ritroviamo (vedasi il basso clamorosamente in stile D.D. Verni) in "Life Is A Mess", thrash à la Exodus che non fa prigionieri. Più moderna, perlomeno nelle accordature, "Taser", meno "Iron Maiden" , sgroppata dalle melodie ovviamente made in Steve Harris, con Eric AK che si gola come un novello Dickinson. "Verge Of Tragedy" si accoda poi insistendo su scenari drammatici nei cantati (vengono in mente i Sanctuary), mentre "Creeper" è un riuscito tour de force poliritmico. Detto che il frammento strumentale "The Incantation" col suo prologo acustico riporta al periodo di "When The Storm Comes Down" (1989), "Monkey Wrench" indugia ad hoc su groove schiacciasassi prima di innescare l'esplosione di violenza "Time To Go". L'epilogo affidato a "Forbidden Territories" è la summa espressiva di una band di veterani la cui vitalità è pari a quella di esordienti.


 

Massima Allerta: "Seventh Seal"

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