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Recensione: The Gathering “Disclosure”

The Gathering “Disclosure”

(Psychonauts Records)


Per Chi Ascolta: atmospheric rock, progressive rock, dream pop, downtempo.

Una carriera ventennale alle spalle, l'ombra pesante di una ex vocalist mito (Anneke Van Giersbergen), ben nove full-length alle spalle e riuscire ancora a partorire un capolavoro, senza ripetersi mai. I The Gathering sono tutto questo e in “Disclosure” creano un mondo etereo, ovattato, fitto di elettronica e le bellissime vocals di Silje, che già sul precedente “The West Pole” non aveva fatto rimpiangere la seppur divina Anneke. Ribadisco che fu Anneke comunque a scegliere di abbandonare la band e seguire la strada solista, quindi poco hanno da lamentarsi i nostalgici metallari che restano ancora attaccati a “Mandylion”. Tornando alla musica strettamente detta, l'album è aperto da “Paper Waves” che definisce il sound di questo album. Paesaggi elettronici avvolgono l'ascoltatore in un sogno fluttuante che avvicina gli olandesi a gruppi come gli Slowdive, in un territorio a metà tra rock e musica ambient. La già nota “Meltdown” ci riporta in ambito più guitar-oriented, seppur alternativo e vicino all'indie rock e ai Muse. Compaiono delle vocals maschili, cortesia del tastierista Frank. “Paralyzed” è forse il pezzo più bello dell'album: suadente, sexy, avvolgente, carezzevole. Da brividi. Uscita un anno fa “Heroes for Ghosts” è una lunga traccia di undici minuti che però non annoia per nulla passando da un'apertura downtempo a momenti più intensi e con un ritornello difficile da scordare. La parte I di “Gemini” ha forti influenze post-rock come altre ne ritroveremo in seguito ed è dotata di una vera aura poetica, completata dal magnifico testo. “Missing Seasons” è una delicata e malinconica ballad che rivela la natura intima di questo lavoro, seguita da quello che è l'altro pezzo post-rock. “I Can See Four Miles” è una lunga cavalcata tra riff, musica eterea, percussioni e vocals sussurrate. Un'altra gemma tra le gemme dei The Gathering. “Gemini II” chiude l'album con grazia e delicatezza, così come era iniziato e ci lascia in un vortice di emozioni con la certezza di aver di nuovo ascoltato qualcosa di unico.


 

Massima Allerta: tutte e nove le tracce.

Pelo Nell'Uovo: potendo non scriverei nulla./font>