Speciale Muskelrock 2019


Rok and Roll On The Sea - Festa del Redentore


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L'Antro di Ulisse Vol. XXII


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Recensione: Giuntini Project "IV"

Giuntini Project "IV"

(Escape Music)

Per Chi Ascolta: Heavy Rock con schegge di Black Sabbath, Ozzy, Dio e Rainbow

Venti anni fa il chitarrista Aldo Giuntini pubblicava per la Eagle Records il primo capitolo del suo progetto musicale che fu seguito nel 1999 e bek 2006 da altri due cd che proponeva Tony Martin (Black Sabbath) alla voce, collaborazione ripetuta anche in questo quarto lavoro discografico (per la quarta diversa etichetta discografica) realizzato con la supervisione di Dario Mollo (Vanexa, The Cage, Mollo-Martin, Voodoo Hill, Crossbones). Il disco prosegue idealmente il percorso intrapreso dal musicista italiano, aggiungendo un tocco più sabbathiano che in passato, quasi che il duo Giuntini-Martin intenda ricreare le atmosfere della storica band anglosassone quando Martin ne era il lead-vocalist. Il risultato non mi dispiace anche se debbo ammettere che si tratta di una copia in chiave minore di quanto Iommi e Martin fecero durante la loro collaborazione. Ciò detto il talento compositivo ed esecutivo non ne esce sminuito e saprà dare soddisfazioni a chi intenderà premiare quanto contenuto in "IV", un tuffo nostalgico in un periodo in preda a ben più crudeli esecutori. Non male il riffone gustoso hard'n'heavy di "Born In The Underworld", i riffs zeppeliniani opportunamente camuffati (eppur piuttosto riconoscibili) di "Shadow Of The Stone" e "Cured" filtrati attraverso il mix di Tony Iommi. Quando la band tenta la carta di un hard rock anni ottanta più commerciale e anthemico si nota la difficoltà di Martin nel calarsi nei panni di un Don Dokken (ad esempio), come si evince facilmente da "I Don't Believe In Fortune", mentre la rainbowniana (anni ottanta) "If The Dream Comes True" risulta più confacente allo stile virile ed epico del pluridecorato cantante. Curiosamente sono i brani strumentali, "The Rise And Fall Of Barry Lyndon" e "Last Station Nightmare", a risultare i momenti migliori del cd con Aldo libero di mostrare le proprie qualità tecniche, a stare sotto il riflettore principale. Complimenti a Giuntini per la costanza e l'amore per la sua musica, ma dopo tanto tempo mi attendevo qualcosa di superiore a livello compositivo perchè in quanto a tecnica e feeling... beh, su quello niente da eccepire!


 

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