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RECENSIONE: Housebreaking "Out Of Your Brain"

Housebreaking "Out Of Your Brain"

(Autoprodotto)


Per Chi Ascolta: Thrash-Death Metal

“C’è soltanto un modo di fare le cose ed è quello giusto…” sosteneva Sean Harris dei Diamond Head. Filosofia questa cui si ispirano, senza dubbio, gli Housebreaking i quali, giunti al sospirato esordio, si muovono come belve lasciate in libertà in quel territorio di confine fra thrash e death filtrato in un’attitudine fieramente hardcore. Lo start è imperioso: “Out Of Your Brain”, modellata nel calco dei Machine Head, mai perde di vista il gancio melodico. Concedono il bis “Clandestine”, un bestiale assalto à la Slayer e “Saint’s War”, sintesi metalcore (Hatebreed, Trivium) e Bay Area style (Testament, in primis). La policroma “Blessed Be” mostra, invece, in particolare nei cantati, la vena teatrale, alternando azzeccati inserti in italiano a break selvaggi inflitti senza pietà alcuna. Ed “Odissey” ne sfrutta la scia, sciorinando chirurgici stop&go e letali ritornelli, gli stessi del pugnace thrash‘n’roll “Crash Attitude”. Un leit motiv che ritroviamo in “Retro-active”, nelle cui oscure pieghe fanno capolino i Metallica che furono. Dopo siffatta esplosione di inaudita violenza risulta, quindi, apprezzabile la collocazione di “Finally Ready”, battezzata da lugubri arpeggi, che fanno pensare ai Mercyful Fate, e cori ove si intravedono i Paradise Lost. Di contro, “Housebreaking” riprende a randellare vigorosamente forgiando un feroce anthem hardcore, degno epilogo di “Out Of Your Brain”, impeccabile connubio tra potenza distruttiva e temi lirici calati nella realtà post-moderna. Sulla base di dette premesse, nonché capaci di esibizioni dal vivo in grado di provocare vere e proprie bolgie dantesche, gli Housebreaking si rivelano non una promessa, bensì una fulgida realtà. Con cui, statene certi, da oggi in avanti saranno in parecchi a dover fare i conti.


 

Cosa Funziona: Songwriting e produzione

Cosa Serve: Essere notati da una label che conta