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Recensione: Ifsounds "Reset"

Ifsounds "Reset"

(If Sounds "Reset")

Per Chi Ascolta: Rock Progressivo e Psichedelia

Ritornano gli Ifsounds del chitarrista Dario Lastella, questa volta resettando tutto l'armamentario stilistico e concettuale della band. "Reset", ricominciare, magari proprio da quei valori che riescono a farti rialzare dopo aver subito uno shock. A differenza dei precedenti album Apeirophobia (2011) e Red Apple (2012), il gruppo non si rivolge più soltanto al New Prog tipico degli anni '80, bensì vanno ad approfondire il mondo musicale Progressivo degli anni '70. Una sorta di ritorno alla fonte, vuoi per piacere proprio e vuoi per necessità di concept, quindi…reset. Fra le novità di line up cogliamo Runal, vocalist di estrazione Rock-Blues che lascia un notevole contributo alla riuscita finale dell'intero lavoro. Ci sono anche special guest, Alessandra Santovito, Francesco Forgione e Alessandro Pensa, flauto e archi degli Hexperos. Di "Reset" però se ne parla anche per la doppia possibilità di ascolto, ossia c'è il prodotto cantato in italiano, per una migliore comprensione del concept, e quello cantato in inglese. Quest'ultimo è colui in mio possesso. Si sa comunque che l'inglese per la riuscita fonetica è il linguaggio più musicale in ambito Rock, molte band italiane spesso adottano questa scelta, giusta o sbagliata che sia a seconda dei propri credo. Ad oggi gli Ifsounds sono formati da Fabio De Libertis (basso), Claudio Lapenna (piano acustico ed elettrico, tastiere, organo, voce), Dario Lastella (chitarre, tastiere, synth, voce), Gianni Manariti (batteria, percussioni, voce) e Runal (voce solista). Il disco si presenta con un buon artwork, lineare e comprensibile anche nella lettura dei testi e dieci tracce. Si comincia l'ascolto con When I Was Born Again" e la voce graffiante di Runal. New Prog malinconico ed orecchiabile nella stesura, come ci hanno fatto ascoltare nel tempo gli Arena di Clive Nolan. Mi sarebbe piaciuto sentirla cantare anche da Fish, credo gli sia calzata a pennello. Più giocosa la strumentale "FR9364", caleidoscopica e ammaliante anche negli effetti sonori. Il refrain potrebbe uscire da un disco della PFM. Ottimo il lavoro della chitarra solista. Gli Ifsounds continuano a dare i numeri (nel senso giocoso del termine) con "40-14", partono su una base strutturale addirittura derivativa dal Punk dei Ramones che lascia successivamente campo ad un frangente finale in classico stile Pink Floyd anni '60. Di certo al gruppo non manca il carattere. Succede la melodiosa "Laura", ballata dal profumo vintage. Il ritmo sale con l'Hard Rock di "I've Never Hated Anyone", presentando gli Ifsounds a 360 gradi. Con "Run Away" , la band si cimenta anche sulla formula canzone, lasciando da parte i tecnicismi di matrice Prog. Questi ritornano in parte nel breve brano "Flashback". "Fading To Blue" è una ballata psichedelica, ma è la strumentale title track "Reset" che mi convince a pieno. Essa è un connubio fra Progressive Rock Psichedelico in stile Porcupine Tree primo periodo e Space Rock vintage, vortice di sensazioni sonore e visive. Chiude il disco "The Tide" con personalità e magniloquenza. Un viaggio sonoro ricco di differenti sensazioni. "Reset", nuova formazione, nuova vita.


 

Cosa Funziona: Un mix di generi differenti che insieme spezzano l'ascolto rendendolo fruibile.

Pelo Nell'Uovo: Una produzione sonora che non mi convince pienamente.