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RECENSIONE: Isole "Born from Shadows"

Isole "Born from Shadows"

(Nalpalm/Audioglobe)


Per Chi Ascolta: Doom metal, Candlemass

Il quartetto svedese Isole ritorna sulle brumose scene doom con la loro quinta release, “Born from Shadows” e offre un album di classici riff ipnotici, tipici del genere, senza però negarsi occasionali digressioni in reami più aggressivi, affidandosi in questo caso alle vocals brutali di Henrik Lindenmno. “The Lake” è un oscuro affresco su cui Daniel Bryntse si erge maestoso con le sue linee vocali quasi recitate, cadenzate, che si assimilano alle chitarre. Attorno alla metà si assiste ad una improvvisa accelerazione in territori tra il death e l'heavy metal con tanto di assolo che spezza l'incantesimo doom. Sul finale si torna sui ritmi iniziali, essenziali e grigi. L'intro con assolo di “Black Hours” non inganni, la traccia scorre lenta, drammatica, funerea con tanto di rintocchi di campane a lutto. In questo caso si assiste a una dilatazione del tempo che porta alla mente oscuri paesaggi desolati. La title track si presenta leggermente più sostenuta della precedente con una sezione ritmica in evidenza (si colgono citazioni black metal) subito mitigata da un break atmosferico che mi ha ricordato certe produzioni gothic-doom dei primi anni '90 marchiate 3rd and The Mortal. Doom 100% è la seguente “Come to Me” con cambio di tempo nei due minuti finali che chiudono con una coda acustica che lascia spazio alla mastodontica “My Angel”. Potete accomodarvi e lasciare che i dieci minuti scorrano uno per uno su di voi, scivolandovi addosso, cullandovi sino al loro termine. In “Condemned” il ritmo si fa più marziale e per la prima volta i due vocalist dividono quasi equamente le parti tra episodi più epici e altri più brutali. In chiusura “When All Is Black” ci offre un cantato inquietante, strascicato, ha un che di solenne, monastico nel tono e ci guida alla fine dell'album. Chi ama il genere e la band non potrà fare a meno di apprezzare “Born from Shadows”, esempio di doom granitico, epico e violento allo stesso tempo.


 

Massima Allerta: La title-track, varia ed interessante.

Colpo di Sonno: Nei momenti più doom si rischia un po' il torpore.