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Recensione: Sebastian Bach "Give 'Em Hell"

Sebastian Bach "Give 'Em Hell"

(Frontiers Records)

Per Chi Ascolta: hard rock dalle marcate inflessioni metal

E' innegabile come alcune leggende dell'hard rock non perdano energia col trascorrere del tempo ma anzi la conservino moltiplicandola.Questo è il caso di Sebastian Bach che,a prescindere da un'accarezzata ma allo stato attuale ancora improbabile reunion con gli Skid Row,continua imperterrito a rilasciare album solisti di qualità elevata.Forte di un'attitudine imperterrita e sfrontata,il vocalist canadese gode di una vena creativa inesauribile e,dopo il convincente"Kicking & Screaming"del 2011,rilascia questo esplosivo"Give 'Em Hell",attorniandosi di un manipolo di artisti che definire gregari di lusso suonerebbe quantomai riduttivo.La partecipazione attiva al songwriting da parte di Duff Mckagan (Guns N ' Roses,Velvet Revolver)al basso e di Steve Stevens(Atomic Playboys ,Billy Idol),John 5(Marylin Manson,Rob Zombie)e Devin Bronson(Avril Lavigne,Pink)alla chitarra, non può infatti che esaltare la vitalità e l'energia che fuoriescono a getto continuo dall'album.L'introduttiva "Hell Inside My Head"è una canzone arcigna e dal forte sapore metallico,contraddistinta da un cantato inusuale e ispirato mentre "Harmony" gode di un chorus dalla presa immediata che si dipana attraverso un incedere sincopato e concentrico.Nella cupa "All My Friends Are Dead "il cantato si fà più sofferto e intimista per poi sfociare nelle tonalità elevate di "Temptation",ruvido mid tempo irrobustito da flussi continui di energia chitarristica.Il tocco delicato di Steve Stevens funge da cornice ideale per l'atmosferica "Push Away",arricchita da vocalizzi altissimi e subito incalzata dalla stradaiola "Dominator",melodica e sleazy quanto basta per diventare una potenziale hit dal vivo.La strepitosa ballad "Had Enough",introdotta da un soffuso arpeggio, sprigiona tutta la sua folgorante bellezza in un crescendo perdifiato con un Bach in stato di grazia assoluta e una prestazione maiuscola di John 5 alle sei corde.Se "Gun To A Knife Fight" è puro e intenso hard rock dove le componenti melodiche si sposano con linee ritmiche e soliste da urlo,una torrida armonica a bocca rappresenta il filo conduttore della semiacustica "Rock N Roll Is A Vicious Game",brano che esula dal contesto generale per il suo flavour country blues e opera come efficace interludio al trittico finale di canzoni.Il retaggio degli Skid Row(era Subhuman Race)perdura sullo sfondo dell'aggressiva "Taking Back Tomorrow" mentre l'anthemica "Disengaged",corposa e suadente,ci avvolge con il suo ammaliante groove lasciando all'ariosa "Forget You" la funzione di ideale sigillo di un disco davvero sopra le righe.


 

Cosa Funziona: l'intero album gode di un'ispirazione genuina e di un'esecuzione strumentale superlativa

Cosa Serve: la modernizzazione e l'inspessimento del suono,unite all'indovinata combinazione di elementi puramente heavy metal con l'hard rock più viscerale,costituiscono la giusta via da intraprendere per rinnovarsi e non cadere nell'insidia rappresentata da una nostalgica e sterile autocitazione