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Recensione: Stryper "Fallen"

Stryper "Fallen"

(Frontiers Records)

Per Chi Ascolta: Hard and Heavy

L'evoluzione musicale degli Styper ha attraversato la bellezza di tre decadi.Durante questo lungo arco di tempo la loro discografia ha venduto più di tre milioni di dischi in tutto il mondo,compreso il pluripremiato " To Hell With The Devil" (1986) che ha ricevuto anche una nomination al Grammy Award.Gli ormai leggendari fondatori del white metal (o metal cristiano che dir si voglia),tornano quest'anno con un nuovo album in studio.Il precedente No More Hell To Pay (2013)aveva ricevuto ottimi responsi di pubblico e di critica,contribuendo a costruire un ponte ideale con le produzioni artistiche degli Stryper degli anni ottanta.Fallen è ricco di brani i cui titoli sono come sempre intimamente legati dal punto di vista tematico a referenze bibliche in generale,come "Let There Be Light" e"Yahweh", e alla glorificazione del Signore,in particolare "King of Kings" e "Heaven". Rispetto al suo predecessore la nuova fatica in studio del gruppo statunitense appare molto più diretta ed heavy,con chitarre taglienti e incisive,particolarmente idonea pertanto ad essere riproposta dal vivo.La gestazione di Fallen è stata piuttosto rapida e frutto di un intenso periodo di creatività artistica da parte del frontman e principale compositore Michael Sweet. L'epica"Yahweh" esordisce con cori religiosi di grande effetto,un dettato ritmico possente, lontano dalla componente più incline all'hard rock di matrice FM alla quale gli Stryper ci avevano abituato in album come In God We Trust (1988),e un ispirato assolo da parte di Oz Fox.La titletrack continua sulla stessa falsariga ed è dotata di un refrain accattivante mentre con la catchy "Big Screen Lies" tornano le melodie più orecchiabili accompagnate dalla batteria fantasiosa di Robert Sweet.L'anthemica "Love You Like I Do",di chiaro sapore dokkeniano, funge da introduzione ideale alla ballad,immancabile in ogni album degli Stryper che si rispetti,la breve e un poco retrò "All Over Again". L'autentica sopresa racchiusa in Fallen è tuttavia rappresentata dalla rivisitazione in chiave white metal di una canzone di coloro che a buon diritto possono definirsi gli inventori del metal oscuro per antonomasia,i Black Sabbath.Dopo la coverizzazione di "Heaven & Hell", contenuta in "The Covering"(2011),è infatti ora il turno di " After Forever ",la scelta della quale ben si concilia con le atmosfere heavy che contraddistinguono l'intero album. Se la velocità la fa da padrona in "'Get What I Need",un autentico inno viene innalzato da "Let There BeLight", trascinante per intreccio di cori ariosi e armonie chitarristiche.E' la celestiale "King Of Kings" a porre invece il sigillo a un disco che riporta gli Stryper ai fasti dei loro primi album,divenuti ormai dei classici dell'hard rock anni ottanta.Fallen trasuda energia ed emozione, ed è consigliato anche e soprattutto a quanti hanno sempre snobbato questo gruppo liquidandolo, in modo affrettato e semplicistico,ad un insieme appariscente di lacca ,lustrini e lancio di bibbie al pubblico.


 

Massima Allerta: l'intero album è un piccolo capolavoro di heavy metal melodico

Pelo Nell'Uovo: forse nella loro discografia passata gli Stryper avevano ecceduto in ballate troppo zuccherose e dal sapore melenso,non è fortunatamente questo il caso.