Speciale Muskelrock 2019


Rok and Roll On The Sea - Festa del Redentore


Ciao Alex!


L'Antro di Ulisse Vol. XXII


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L'Antro di Ulisse, Volume XVII

L'ANTRO DI ULISSE

Tales from the NWOBHM, and more... Volume XVII, a cura di 

 

CHERRY FIVE

(Il Pozzo dei Giganti)

Black Widow/Masterpiece

VOTO – 85

PER CHI ASCOLTA – Progressive rock

Nati nel 1974 da una costola dei Goblin,(anche se la storia è ben più complessa)Tony Tartarini on vocals e Carlo Bordini on drums,ai quali si sono affiancati per l’occasione Pino Sallusti al basso,Ludovico Piccinini on guitars e Gianluca De Rossi on keyboards,vero mastermind del progetto, tornano alla ribalta con un lavoro più hard oriented rispetto al primo omonimo lavoro del 1976,pur conservando integre le matrici progressive degli anni ’70.L’iniziale “Il Pozzo Dei Giganti” è  propedeutica in tal senso: digressioni sinfoniche,improvvise aperture hard , ficcanti inserti jazz and fusion e le debordanti vocals spesso e volentieri auliche e recitative di Tony  vanno a costituire un affresco sonoro di indubbia qualità anche dal punto di vista culturale ,visto che tutti e tre i capitoli del lavoro sono ispirati alla Divina Commedia. “Manfredi”divisa in tre distinti capitoli,al ficcante e grintosissimo inizio di matrice jazz rock a titolo “La Forza Del Guerriero”,contrappone momenti di progressive music più ariosi e rilassati quali “Il Tempo Del Destino” e “Terra Rossa”  sconfinando pure nel folk ispirato alla musica medioevale del capitolo conclusivo “Un Mondo tra Noi Due”che pur si evolve in chiave hard and prog che poi confluiscono nella conclusiva  “Dentro la Cerchia Antica” che ben testimonia l’abilità dei musicisti coinvolti,nel comporre musica emotivamente coinvolgente pur se ruvida e altisonante. 

    

 

ENIO NICOLINI

(Heavy Sharing)

Builz2Kill/Audioglobe

VOTO – 75

PER CHI ASCOLTA – heavy prog

Seconda prova solista per uno dei musicisti più prolifici della scena italiana.Attivo fin dai primissimi anni settanta  in svariati progetti quali Unreal Terror,The Black e Akron su tutti,in questa nuova fatica rilegge a suo modo quasi tutto lo scibile del metal,forte soltanto del suo basso iperdistorto e potentissimo.Ci troviamo così di fronte a brani assai poliedrici quali l’iniziale “Track Of Madness” dai fortissimi connotati modern thrash corroborati dalla selvaggia interpretazione di Trevor dei Sadist e dal drumming forsennato di  Zenus.Se la seguente “Unforgiveness” con alle vocals Giacomo Gigantelli e Silvio Canzano on drums è conturbante metal dark dalle marcate influenze progressive,con “Witch Hunt” si torna allo splendido metal dark dei primevi Unreal Terror grazie anche alle vocals ispiratissime del redivivo Luciano Palermo. John Cardellino (Impero delle Ombre) caratterizza invece da par suo la doomy and dark “Generation Dead”,mentre Blaze Bayley interpreta lo straniante heavy di “King On Icy Throne”con ancora Zenus on drums,che troviamo pure nella seguente e progressiva “See The Stars” interpretata magistralmente dall’eterea Tiziana Radis dei Secret Tales.Ancora modern metal per “Amir Of Madness”con alle vocals Mahdi Khema dei Carthagods,mentre “Sinner’s World”è selvaggio heavy metal dalle cadenze ancor dark ma interpretato con la solita magistrale grinta dal grande Bud Ancillotti con on drums ancora Silvio Canzano degli Unreal Terror che troviamo pure nella seguente e altrettanto heavy ,stavolta epic oriented anche perché on vocals troviamo l’altrettanto grande Morby.La conclusiva “Ai Confini del Mondo”con alla voce Benedetto Spinazzola è interessante esperimento di industrial metal.Insomma un lavoro strano ma affascinante proprio nel suo essere strano e personalissimo.

 

 

DELIRIUM

(L’Era Della Menzogna)

BlackWidow/Masterpiece

VOTO – 95

PER CHI ASCOLTA – progressive rock

Nuovi membri si sono aggiunti ai vecchi Ettore Vigo on keyboards,vox ,Martin Grice al sax and flute e al relativamente nuovo bassista Fabio Chighini e sono :Alessandro Corvaglia (ex Maschera di Cera) on vocals,Alfredo Vandresi on drums e Michele Cusato alle chitarre.Proprio quest’ultimo a mio giudizio si dimostra in ultima analisi il quoziente di variabilità del lavoro,nel senso che pur  risultando il logico proseguo del discorso musicale iniziato con il precedente “Il Nome del Vento” del 2oo9,nei nuovi brani ci sono elementi hard rock come nell’iniziale “L’Inganno del Potere”,che ben si amalgamano con le caratteristiche progressioni prog delle keyboards di Ettore,ben supportate del resto dall’onnipresente flauto del mai così importante Martin,che caratterizza da par suo il bellissimo inciso di piano del melodicissimo finale che prelude alla seguente “Il Nodo” sospesa fra melodia e ficcanti  inserti di Jazz rock  oltremodo piacevoli a sentirsi. Se “L’Angelo del Fango”è un parziale ritorno ai Delirium di “Dolce Acqua” nel suo essere dolcissima e assai cantautorale nel costrutto,con “Fuorilegge” i nuovi Delirium realizzano davvero al meglio  il “sacrilego” connubio fra pop e progressive rock che fù l’arma vincente dei Delirium di Fossati.Se “La Deriva” è un piacevole strumentale con il sax in splendida evidenza,la seguente “L’Era Della Menzogna” riprende il discorso del brano iniziale grazie a digressioni hard rock,breaks melodici ed squarci jazz and fusion ,con ancora la chitarra in splendida evidenza. “La Voce Dell’Anima” è un altro episodio di ottimo pop ,parecchio vicino ai New Trolls de “La Carezza Della Sera”,mentre “Basta”completa il trittico formato dal brano iniziale e la title tracks nel suo essere innovativa ma non troppo, a

Dimostrazione del fatto che il gruppo vuole dimostrare di volere comunque impreziosire il proprio sound con soluzioni relativamente nuove,grazie anche all’irruenza della chitarra del nuovo arrivato.

La conclusiva suite “Il Castello Del Mago Merlino”è al contrario la bellissima summa cum laude di quanto fatto dai Delirium,dai misconosciuti singoli “Il Treno” e”Jill” passando per l’imprescindibile “Dolce Acqua” e i geniali “Lo Scemo Del Villaggio “ e “Viaggio negli Arcipelaghi del Tempo”.

Restano da porre in risalto i testi a sfondo sociale ,l’ottima grafica e la perfetta redering sonora di un lavoro da compenetrare con calma e innumerevoli ascolti. Bravi!!!!!!!!!!!

 

 

SPETTRI

(2973:La Nemica Dei Ricordi)

BlackWidow/Masterpiece

VOTO – 100 e lode!!!

PER CHI ASCOLTA – heavy progressive

Davvero non potevo non usare la definizione heavy prog per il nuovo lavoro dei rinati Spettri!  Pur essendo irriducibili vecchiacci  come lo scrivente ,hanno saputo scrivere il sequel dell’omonimo album del 1972,ristampato dalla Black Widow un paio di anni fa,con altrettanto furore artistico e rinnovata fertilità compositiva,pur rimanendo fedeli allo straniante prog del lavoro di debutto, caratterizzato dal perenne interagire fra il piano di Stefano Melani, l’irruente e brutale vocalizzare dell’aulico  Ugo Ponticello e le chitarre fin da allora pesantissime  di Raffaele Ponticello.Se al basso troviamo l’altro grande vecchio del gruppo Vincenzo Ponticello,completano l’attuale line up il drummer Mauro Sarti e il sax di Matteo Biancaleoni.L’iniziale “Il Lamento Dei Gabbiani” è propedeutica in tal senso: all’incedere oscuro e solenne delle keyboards,fa da brutale contraltare un  micidiale riffing guitars heavy dark,che spesso e volentieri si lancia in cavalcate heavy prog che si sublimano nell’epico break che ne caratterizza la seconda parte.”La Nave” assomma digressioni prog,incisi dolcissimi di piano e le conseguenti ed ispiratissime vocals,con micidiali in crescendo sinfonico progressivi,il tutto straziato da lancinanti inserti di sax e sodomizzato da un riffing guitars che ricorda pure i Death SS del primo imprescindibile periodo. “La Profezia” è grandiosa nel suo “sprofondar negli inferi” Keith Emerson and company: da pazzia pura  l’incedere solenne,perverso e pesantissimo di keyboards and guitars sospeso fra reminiscenze Black Widow e le tentazioni hard,prog and dark dei WarHorse di “Red Sea”prima che il tutto si consumi nel quasi commovente  break centrale per piano,sax and flute con relativi cori che prelude l’irrompere dell’altrettanto micidiale “Onda Di Fuoco”che alterna pindarici voli di piano,epiche vocals a digressioni sinfoniche subito contrastate dall’onnipresente heavy guitars dell’ispiratissimo Raffaele.Ma non è ancora finita perché “La Nemica Dei Ricordi” al minaccioso organo che la introduce ,contrappone un incedere ancora heavy and prog,sbeffeggiando pure la Corte del Re Cremisi,prima che un brutale heavy riffing si erga su tutto e tutti,solo sax compreso,per una parte conclusiva dark and prog di una violenza inaudita ,almeno per il genere proposto.Per fortuna delle mia povere coronarie,messe davvero a durissima prova arriva l’agreste “Il Delfino Bianco”dove alla chitarra acustica , al flauto e al piano si sovrappongono le dolcissime vocals di Elisa Montaldo de Il Tempio Delle Clessidre.Ma la tregua è di breve durata perché introdotta ancora dal piano,irrompe “La Stiva” ancor sorretta da una pesantissima chitarra hard and dark  e caratterizzata vieppiù da un lancinante sax e dal cantar solenne di Ugo Ponticello,prima che le tastiere conquistino ancora il campo.Se posso permettermelo ragazzi,mai come in questo brano mi avete ricordato gli ormai dimenticati ma geniali Jumbo di “Vietato ai Minori di 18 anni?”,pur rimanendone nettamente superiori grazie all’incommensurabile “gradazione Heavy “ di quello che per lo scrivente è il capolavoro maximo dell’anno in corso in campo prog e heavy prog!!!!!! La produzione è a dir poco perfetta e e la grafica pure.Magari i giovanotti di adesso suonassero con tanto ardor pugnace!!!! GRANDIOSI!!

      

 

NORTHWINDS

(Eternal Winter)

Black Widow/Masterpiece

VOTO – 80

PER CHI ASCOLTA – dark and doomy prog

Ideale sequel di “Winter” del 2012,questo nuovo lavoro del gruppo transalpino vede il sound del gruppo spostato verso lidi molto più dark and doomy,relegando la componente progressive in secondo piano,anche se personalmente gradisco gli inserimenti hard rock presenti per esempio in modo preponderante in “Crossroads”soprattutto grazie alle guitars dell’ospite Vincent Nictas.Comunque, l’iniziale “Eternal Winter” è un mixing ottimamente riuscito fra Beggars Opera e Black Sabbath ben presenti pure nella seguente “Chimeres” che cantata in francese e grazie alle ieratiche vocals del drummer Sylvain Auvè,si conquista la palma di miglior brano del lavoro,contenendo pure una spero intenzionale citazione della sacra  “Sympton of the Universe”con la chitarra di Thomas Bastide in splendida evidenza. “From the Cradle to the Grave”è ancora saldamente ancorata all’hard rock dei seventeen,mentre la seguente “A Light For the Blind” graziata dal flauto e dalle keyboards di Emmanuel Peyraud ,alterna all’incedere solenne e heavy dark improvvise e ben congegnate accelerazioni di stampo hard and prog e davvero bello in questo caso il break centrale space oriented . “Under Your Speel” alla granitica impostazione heavy dark contrappone ancora ardite architetture dark e dolcissimi breaks ,mentre la seguente “No Peace of Last” è un pregevole strumentale che precede l’irrompere della dirompente “Inferno” cover dei Blitzgrieg davvero ben eseguita.Ottima la produzione…………………                          

 

 

 

VERATRUM

(Mondi Sospesi)

Beyond Production/Masterpiece

VOTO – 90

PER CHI ASCOLTA – Black and Death metal

Secondo lavoro per il gruppo bergamasco ora ridotto a trio.Haiwas (vox,guitar,keyboards),Sabnok

Drums e Marchosias on bass,hanno comunque sfornato un lavoro d’altissima qualità continuando nella loro personalissima rilettura degli stilemi black and death,hai quali aggiungono abbondanti dosi di metal sinfonico e ficcanti inserti heavy prog.Insomma se da un lato sono attratti da gruppi quali Dissection e Behemoth,dall’altro si accostano con gusto ai Dimmu Borgir e Opera IX,rimanendo però sempre e comunque personalissimi. L’iniziale “Un Canto” è propedeutica in tal senso,nel suo alternare furibondi assalti black ,digressioni death e maestose aperture sinfoniche, sulle quali poggia la pur violentissima “Il Culto Della Pietra”.Sugli scudi la sezione ritmica e veramente d’impatto il break  con tanto di clean vocals . “Etemenanki” pur ferocemente black mette in evidenza pure latenti tentazioni prog ,che si stemperano nelle squassanti ripartenze death  che ne sono la struttura portante.”Il Tempo del Cerchio” alla parte iniziale  e breaks ancora di matrice sinfonico-progressiva,contrappone  uno sviluppo sonoro dannatamente fast and black che denotano la grande maestria dei tre miei illustri concittadini,oltre che testi in lingua madre di inusitata intelligenza che non passano inosservati nonostante il  ferocissimo growl di Haiwas .Forse l’episodio migliore dell’intero lavoro che prosegue con la brutale “Quando In Alto”,impreziosita da scansioni death dal devastante impatto , l’altrettanto  violentissima  “Davanti Alla Verità”, con Riccardo Lanza on guitar,davvero belli anche in questo caso i breaks sinfo and prog con tanto di cori in cleans vocals e la conclusiva  e micidiale “The New Babylon” ,vero manifesto sonoro di una band davvero al di sopra  di una scena estrema fin troppo  asfittica e mediocre. Partecipano al massacro,nel senso buono del termine ovviamente, Rimmon guitars and vocals,Alessandro Carella e Francesco Carbone ai cori.La produzione è ottima e la grafica,curatissima,permette pure di apprezzare l’interessante retroterra culturale del gruppo. Bravi!!!!!