Speciale Muskelrock 2019


Rok and Roll On The Sea - Festa del Redentore


Ciao Alex!


L'Antro di Ulisse Vol. XXII


Intervista con i White Skull

Recensioni: White Skull

"Will of the Strong"


Intervista con i Thomas Hand Chaste

Recensioni: Where The Sun Comes Down

"Welcome"

Recensioni: Pandora

"Ten Years Like in a Magic Dream"

Recensioni: Black Star Riders

"Heavy Fire"

Recensioni: Kreator

"Gods Of Violence"

Recensioni: Danko Jones

“Wild Cat”


Intervista con i Saxon

Recensioni: Paolo Siani ft Nuova Idea

"Faces With No Traces"

Recensioni: Ted Poley

"Beyond The Fade"

 

 

 

 

 

L'Antro di Ulisse, Volume XVIII

L'ANTRO DI ULISSE

Tales from the NWOBHM, and more... Volume XVIII, a cura di 

 

PSYCHO

(Dritto al cuore)

Davvero C./Andromeda Relix

VOTO – 75

PER CHI ASCOLTA – Hard rock

Terzo album per il gruppo  senese di Andy Romi (chitarre,voce,tastiere),Giulio Bizzarri(voce,basso) e Luca di Stefano alle percussioni.L’opener “Ready to Rock”è un frizzante brano che unisce stilemi classy e irruenze hard,il tutto corredato da testi in italiano niente affatto scontati e se “Nuovo Atto” e la seguente “Puzzle”contengono tentazioni  prog grazie alle tastiere rimangono  comunque in ambito squisitamente rock,con “Dritto al Cuore” si ritorno all’hard rock dell’opener track. “Un Posto in Paradiso” è rock blues di ottima fattura con improvvise accelerazioni hard e se “Una Notte Sola” è una slow ballad impreziosita ancora dalle tastiere, “Sesso e Tequila” è un micidiale hard’n’roll ,che ben si accoppia con la durissima “Pretendere”.Molto bella la rendering di “Il Cielo in una Stanza” di Gino Paoli che stravolta in chiave Psycho,testimonia la bravura del gruppo che chiude il lavoro con il rock tout court di “Senza Nome”.Bravi

    

 

MYRAGE

(Angelo Libero)

Andromeda Relix

VOTO – 85

PER CHI ASCOLTA – heavy rock

Terzo lavoro pure per il gruppo nato dalle ceneri dei Karme formato da Luca Ronchetti alla voce,Roberto Tonel alla chitarra,Yuri Vicentini al basso e Cristian Carnielli alla batteria.Non conosco i precedenti lavori  ma comunque il nuovo si attesta su coordinate heavy rock certamente di tutto rispetto come ben testimoniano del resto l’iniziale “Vivere ai confini del mondo”.Se “Domani è lo stesso” è hard and prog di squisita fattura,con le seguenti “Fantasia” e “Angelo Libero” il ritmo torna a farsi incalzante,mentre “Brivido in Corsa” chiama in causa pure le Orme più rock di “Smogmagica”pur restando saldamente ancorata all’hard rock dei seventeen. “Soli io e te”è una discreta ballad, mentre “Vieni a Prendermi” è ancora urgente nel suo incedere ricordando non poco l’Eugenio Finardi di “Sugo” anche per la consistenza dei testi rigorosamente in lingua madre e le stesse consodearzioni valgono pure per “L’Ombra di una Nuvola” attraversata da tentazioni prog.Le conclusive “Fermo Immagine” e “Nuovi Eroi”confermano del resto l’attitudine rock del gruppo,supportato pure da un’ ottima produzione.Bravi                                                             

 

 

PAUL CHAIN

(Ash) reissue from 1988

Minotaurorecords/Markuee

VOTO – 100

PER CH I ASCOLTA -  Heavy Dark and many more…

…..And many more perchè nella discografia del grande Paul Chain, “Ash” è una perla rara di claustrofobico heavy speed grazie a brani  violentissimi quali “Eternal Flame” e “Electroshock” attestati su stilemi rabbiosamente speed and thrash,hai quali si affiancano però l’infernale “Abyss”,il martellante heavy dark della superba “Image Down” e l’angosciante heavy doom di “I  Remember a Black Mass”.Ad arrichire questa sontuosa ristampa in dgpack contribuisco poi i due inediti “Moment of Rage” ancora velocissima seppur angosciante e l’altrettanto martellante “Un dead”. Devo altresì dire che “Ash” non era mai uscito in questa magnifica veste,in quanto la precedente ristampa della Minotauro ,l’aveva inglobato in un comunque splendido cd che conteneva pure la suite “King of the Dream”altrettanto possente e l’altro picture disc contenente “Highway to Hell,Never Cry,The Evil,the Sorrow e Way to Pain”.Quindi un’acquisto imprescindibile per i discepoli del grande maestro che fù Paul Chain sia per la grafica che per il sound complessivo donato al tutto da una splendida rimasterizzazione degli originali. Buy or Die!!!!!                   

 

 

PAUL CHAIN

(Violet Art of Improvisation) reissue from 1989

Minotaurorecords/Markuee

VOTO – 100

PER CHI ASCOLTA – psycospace doom

Originariamente uscito come triplo lp e subito dopo “Ash” ne costituisce l’esatto opposto,in quanto in quasi due ore  di musica, Paul Chain ci propone, coadiuvato da Thomas Hand Chaste e Claud Galley ,brani registrati fra il 1981 e il 1986 quali l’angosciante psyco doom della spiritata “Tetri Teschi in Luce Viola”,la jazzy oriented “Emarginante Viaggio” e il mortifero space and doomy della lugubre “X-Ray”.Il secondo cd inizia con l’ipnotica “Old Way” che davvero nulla ha da invidiare ai primissimi Pink Floyd a cui segue la sognante ma altrettanto lugubre “Hypnosis”,lo space and prog delle bellissime “Casual Two Your Mister”, “Celtic Rain”,”Dedicated to Jesus” e la sofferta e indicibilmente triste “End By End”.Davvero le parole non servono per descrivere questo ennesimo capolavoro del maestro di Pesaro,oltretutto ristampato in una veste grafica invero sontuosa:triplo dgp con tanto di inserti da favola che dovete scoprire da voi.                            

      

 

ANCIENT SPELL

(Forever in Hell)

Minotaurorecords/Markuee

VOTO – 80

PER CHI ASCOLTA – heavy dark and doom made in USA

Provengono da Los Angeles e sono all’esordio,proponendo un heavy dark che partendo dai Metal Church più oscuri,l’opener track “Under Your Speel”e la seguente “Cease to Exist”,approda agli Hellstar  con la martellante “Fall out Humanity”,intrisa di Nwobhm fino al midollo come del resto risulta anche “Beyond the Gates”legata a doppio filo ancora ai Metal Church di “The Dark”,pur dipendendo totalmente dai Cathedral anche e sopratutto grazie alle vocals abrasive di Donnie Marhefka.Se “March Your Grave” e “Black Flame Ritual” sono l’ovvio e inevitabile tributo ai Black Sabbath,davvero incisivo il riffing guitar di Conrad Viz,la conclusiva “Eternal Embers”è l’esaustivo mixing fra doom europeo e heavy dark made in USA.Insomma ,un’ottimo esordio anche se forse ancora troppo derivativo.Ottima la produzione.                                                              

                        

 

 

 

SUNRUNNER

(Heliodromus)

Minotaurorecords/Maree

VOTO – 80

PER CHI ASCOLTA – Heavy prog and many more

Provengono dagli States,da Portland nell’Oregon se non mi sbaglio e propongono un mixing invero interessante anche se fin troppo vario e non sempre ben riuscito.Infatti se l’opener track è un improbabile ma comunque piacevole all’ascolto,melange fra Blind Guardian e Rush,la seguente “Corax”è immolata sull’altare dei Black Sabbath pur conservando un flavour prog and dark che ricorda molto da vicino gli High Tide grazie al violino di Sarah Mueller e alle vocals spiritate di David Joy. Se“The Horizon Speak” ne è lo straniante compendio heavy prog,con “Star Messenger”si scomodano pure i VoiVod contaminati dallo psycho rock dei Pink Flyod.Mi ha colto di sorpresa la seguente  e folk “The Plummet”,sulla quale aleggia il fantasma degli Skyclad,numi tutelari pure della ben più tosta “Technology’s Luster”.Insomma,davvero troppa la carne al fuoco e non sempre cotta a puntino come del resto dimostra la conclusiva “Heliodromus”piece de resistence di 21,13 minuti,nella quale confluisce tutto il credo musicale del gruppo che spazia con fin troppa leggerezza fra Jethro Tull,quest’ultimo brano ,Blind Guardian e Skayclad.Nel mio piccolo suggerirei al gruppo,comunque valido,di vocalizzare meglio il songwriting altrimenti troppo dispersivo.Molto bella la grafica del dgp e la produzione.                                                          

                     

 

 

BRETUS

(The Shadow Over Innsmouth)

BloodRock Records

VOTO – 80

PER CHI ASCOLTA – doom and stoner

Secondo album per la band di Catanzaro che ovviamente non cambia di una virgola le coordinate musicali dell’esordio.Black Sabbath,Saint Vitus,Cathedral e Doomraiser sono i punti di riferimento del gruppo come ben si evince del resto dall’opener track “The Curse of Innsmouth”,nella quale ai Sabbath si aggiunge lo straniante flavour psycho doom dei Kyuss,sempre e comunque presenti nel sound di Ghenes on guitars,Zagarus on vocal,Azog e Striges rispettivamente bass and drums. Se   “Captain obed Marsh”è un sacrilego ibrido fra Saint Vitus  e Kyuss,la seguente “Zadok Allen” è totalmente immolata sull’altare del Sabba Nero,anche se l’incedere evocativo delle vocals e il digredire forzato dei riffs,rimanda sia ai Saint Vitus che ai seminali Doomraiser,ancora ben presenti nel divenire psicotico dell’heavy doom della sepolcrale “The Oath of Dagon”. “Gilman House” è al contrario terrificante psycho doom a là Kyuss,mentre “The Horrible Hunt”è ancora un selvaggio omaggio al gruppo di Tony Iommi,nel suo essere terribilmente heavy e dannatamente dark nelle digressioni forzate che ne spezzano l’incedere dinamico e potentissimo.Chiude un discreto lavoro

“A Final Journey”altro moloch di heavy doom che racchiude in sé tutte le influenze di una band che comunque sa essere,anche se solo a tratti,personale.Bravi  

                                      

                     

 

 

LINGALAD

(Confini Armonici)

Synpress 44/Lizards Record

VOTO – 100

PER CHI ASCOLTA – Folk rock

A 5 anni da “La Locanda Del Vento” esce il nuovo lavoro del gruppo lombardo.Nel frattempo il mastermind Giuseppe Festa è diventato ricercato documentarista,personaggio televisivo ma soprattutto ottimo romanziere autore degli splendidi “Il Passaggio dell’Orso del 2013 e “L’Ombra Del Gattopardo” dell’anno successivo ai quali si ispirano pure i testi del lavoro in questione. Accompagnato dal fido compare di mille avventure Giorgio Parato (batteria,pianoforte e arrangiamenti),oltre che dai nuovi arrivati Luca Pierpaoli alla chitarra,Dario Canato al basso,Andrea Denaro agli strumenti etnici Bouzouki,mandolino e chitarre acustiche,mastro Giuseppe  Festa voce e flauti, evolve ulteriormente il sound del gruppo in un soffuso rock folk dalle molteplici sfaccettature che al primissimo Branduardi del propedeutico “La Luna”,l’opener track “Sogni D’Oblio”, l’orientaleggiante “Occhi D’ambra”  e l’introspettiva e delicatamente prog “L’Ombra Del Gattopardo”splendido il fiato che duetta con il piano, ne sono splendido esempio,approda ad una forma di canzone poesia davvero senza uguali come solo Fabrizio De Andrè sapeva comporre. “Orante Della Morte”,”La Grande Orsa” , la suadente “La Terra Di Aku”  e la malinconica “Un Solo Destino”con ancora il flauto in splendida evidenza,ne sono fulgido esempio e ulteriore evoluzione.A rendere assai personale la musica dei Lingalad,contribuisce pure un sottile flavour

Space and prog ,appena venato dal cabaret sound di Brassens ben testimoniato dalla sofferta “Nel Diario di Maria” e della conclusiva e danzante “Oltre Il Confine”.Insomma un lavoro dove il confine fra canzone e poesia pura è davvero labile e superbamente compenetrato da un’ancestrale gusto per la  pura melodia  che lo rende a tratti pure commovente.La produzione  e la grafica del dgp sono a dir poco spettacolari .Buy or Die.                                                                       

                        

                     

 

 

BELLATHRIX

(Orion)

MusicArt/BlackWidowRecords

VOTO – 70

PER CHI ASCOLTA -  hard and heavy

Ennesimo progetto del prolifico axeman Pier Gonella che accompagnato dal fido bassista Steve Vawamas e per l’occasione da Lally Crepella on guitar,Stefy Prian on vocals e Elisa Pillotti on drums,ci presenta un lavoro di discreta fattura .Se l’iniziale “The Road In The Night” è heavy rock

Con influenze classy seppur impreziosito da accelerazioni all’altezza del refrain,la seguente “Before The Storm” si avvale di strutture simil power.Inutile dire che la prestazione di Pier Gonella è magistrale in sede di solos,come ben testimonia del resto “Fly In The Sky” purtroppo però assai anonima come costrutto di base ,molto meglio infatti “My Revenge”rock blues rabbioso anche se di nuovo troppo scontato. “I Don’t Believe A Word” graziata dal violino dell’ospite Federica Pelizzetti

È una sorta di ballad con influenze prog,mentre grandiosa risulta la rendering di “The Ritual” della Strana Officina con Tommy Massara degli Extrema autore di un pregevole solo guitar.Se “Orion” è pregevole heavy prog la conclusiva “King Of Camelot” con al flauto Martin Grice dei Delirium è una perla di menestrellare prog in stile Blackmore’s Night.Bello il digipack……………..