intervista di 
       
	     
	     “I testi dei Concrete  Block sono incentrati sul malessere dell’odierna società. Una critica feroce  che vi sentite di portare avanti anche nella quotidianità e non soltanto sopra  un palco?”
  “I  nostri testi parlano del mondo che viviamo ogni giorno. Arriviamo tutti dal  disastrato mondo del lavoro, apparteniamo alla casta più bassa di questa  nazione allo sfascio. Non raccontiamo quello che succede ad altri, raccontiamo  quello che succede a noi o ai nostri amici e parenti. Potrà sembrare triste o  poco fantasioso, ma la realtà e più cruda di quello che molti possono credere.”
         “Cosa vi influenza  maggiormente quando scrivete un pezzo? E cosa volete esprimere con esso?” 
  “La  vita di tutti i giorni. Cerchiamo di esprimere tutta la sofferenza di questo  sistema malato, anche con una punta di sarcasmo ed humour nero. Dopo tutto,  siamo nell'intrattenimento, se riusciamo a far riflettere ed in mezzo strappare  un sorriso, è un grosso piacere per noi...”
         “Genesi del nuovo album:  quando avete iniziato a comporlo e quanto tempo avete impiegato per  completarlo?” 
  “Abbiamo  iniziato a scriverlo a Settembre 2012 e finito di registrare a Gennaio 2013…”
          “Come  siete arrivati al deal con la FOAD Records?
  “Io  (Saverio) conosco Giulio e Pranda da anni. Gli ho proposto la cosa e loro hanno  creduto nel nostro lavoro. Non è facile di questi tempi, in cui le etichette  non sono nient’altro che una fregatura senza etica, paghi per avere un servizio  in poche parole. Infatti, il mercato è intasato di gruppi di merda composti da  ragazzini benestanti...”
          “A chi/cosa si riferisce il titolo del vostro  album? Sembra un titolo più adatto ad un’epic metal band piuttosto che ad una  HC...”
  “Gli  dei non siamo nient’altro che noi. E’ il crollo delle nostre certezze, il  cambiamento del mondo che abbiamo conosciuto sino ad oggi. Stiamo vivendo un  momento storico, la consapevolezza che dobbiamo distruggere tutto il vecchio è  il crepuscolo degli dei…”
         “Parlando dell’artwork:  da cosa è ispirato e cosa rappresenta?”
           “E’ il dio Pan. Ci piaceva l’immagine di un  dio caduto in disuso che si accascia al tramonto.”
          “Nel 2007 venne pubblicato il vostro debut EP “Down  With The Madness”. Rispetto al nuovo album, riscontrate più similarità o  maggiori differenze?”
           “Ti dico…della formazione originale sono  rimasto soltanto io, i nuovi Concrete Block erano fans ed ora sono della  band….e poi componiamo tutti assieme, cercando sempre di migliorare rispetto ai  lavori precedenti”
         “La cover dei Carnivore  come va intesa? Un tributo al compianto Peter Steele o ad una band che vi ha  ispirato?”
  “Ho  sempre adorato i Carnivore, mi piaceva l’idea che i giovinastri che suonano con  me conoscessero quella band, e tutto quello che era la scena hardcore metal di  NY nella seconda metà degli anni ’80. Possiedo il vinile originale di quell’album...”
         “Il nuovo disco fonde  insieme la veemenza dell’hardcore con pesanti influenze metal, ma sfugge al  banale metalcore in voga oggi. Lo etichetterei “hatecore”. Quindi, usuale  love/hate question per il musicista: come definireste la vostra proposta?”
  “Ascoltando  Sepultura, Slayer, Gorefest, Obituary, Crowbar credo che ci abbiano influenzato  di più questo tipo di suoni. Abbiamo cercato di staccarci dal clichè del gruppo  macho-core che suona metallo scadente. Vorremmo essere presi in considerazione  per il nostro talento di musicisti. Personalmente mi sono scocciato di tutti  questi ragazzini vestiti da rapper del ghetto americano che fanno i gangster  sui social network.”
         “Dopo un’instabilità  accentuata, possiamo considerare la vostra line-up attuale quella definitiva?”
  “Lo  spero di cuore e mi tocco i coglioni intanto....”
         “Siete spesso andati in  tour in Europa: quali differenze avete riscontrato nelle varie audience con cui  vi siete confrontati?”
  “Per  avere un feedback reale di cosa succede in Europa vedi quanto lavora il tuo  merchandise. L’appoggio di un ufficio stampa e di un agenzia di booking sono  fondamentali. In Europa il pubblico è molto condizionato dai media di settore,  e poi i gruppi italiani sono visti un po’ come degli sfigati nel baraccone da  circo della musica estrema. Fondamentalmente, da parte nostra c’è anche un  desiderio di vendetta e di abbattere il pregiudizio.”
         “Potendo scegliere una  band con cui andare in tour, con chi vorreste dividere il palco e perché? E,  tra quelle con cui avete già suonato, con quale non vorreste mai più farlo?”
  “Crowbar,  Sepultura, St. Vitus, Obituary. Per  quanto riguarda con chi mai più, in genere i gruppi di merda si terminano da  soli o non vanno troppo in giro, per fortuna...”
         “Negli anni ‘80 la scena  punk-hardcore italiana, e quella torinese in particolare, dettavano legge anche  all’estero. Secondo voi, cosa ne è rimasto oggi?”
  “Ahahahahahahaha  niente! Soltanto qualche buon amico, qualche vecchio brontolone, qualche  vecchio che se la tira per cosa faceva trent’anni anni fa....”
         “Attualmente, suonare  hardcore per voi rappresenta anche una manifestazione d’intenti, l’espressione  di un'ideologia ben definita come negli '80s, o possiamo considerare persino l’HC  un genere omologato?”
  “Devo  ammettere che l’hardcore è un genere omologato. Oramai ogni diramazione del  genere ha il suo vocabolario, il suo modo di battere il tempo e di dare le  pennate. E la cosa più triste è dover discutere con degli idioti che si credono  degli scienziati dei grandi temi della vita. L’hardcore dovrebbe essere  comunicazione e senso critico anche nei confronti di se stessi, non la  proclamazione di un dogma...”
         “Che cosa significa  esattamente il nome della vostra band e come nasce?” 
  “Quando  trovammo il nome pensavamo al quartiere delle Vallette a Torino...palazzi di  edilizia popolare a profusione, un po’ come tutta la Torino fuori dal centro  storico. A me all’inizio non piaceva, ma poi ci si abitua a tutto. E meno male  che là fuori ci sono un sacco di gruppi con nomi di merda, almeno ci  consoliamo...”
         “Quali sono i vostri  ascolti preferiti in questo momento?”
  “Ascoltiamo  veramente di tutto…roba nuova…vecchia. Posso dirti di cosa ascolto io al  momento: Superjoint Ritual, Crowbar, Eyehategod, Panzerbastard, Ringworm, Type O’  Negative...”
          “In passato avete registrato un brano alquanto  incisivo (“Rabbia”) cantato in italiano. Rimarrà un esperimento isolato od in  futuro potremo aspettarci qualcos’altro di simile?”
           “Tranquilli vi risparmieremo!”