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MOONSPELL

Campo Pequeno, Lisbona (Portogallo)

12 maggio 2012

Durante un soggiorno a Lisbona l’occasione è buona per assistere alla serata di presentazione del nuovo doppio album dei Moonspell. Serata memorabile per la band lusitana, che questa sera non solo lancia “Alpha Noir” e “Omega White”, ma celebra anche i venti anni di carriera con quello che loro stessi definiscono il concerto più ambizioso nella storia del gruppo, in una location d'eccezione come il Campo Pequeno, ovvero l'arena di Lisbona. L'edificio risale a fine ‘800 ed è stato recentemente ristrutturato; l'esterno presenta i tratti originali di ispirazione vagamente orientale, l'interno è adibito a sala polivalente, con tanto di tetto semovente, mentre nel sottosuolo è stato ricavato un centro commerciale i cui ristorantini sono presi d'assalto da giovani gotici e metallari vecchia scuola in attesa dell'apertura delle porte. In realtà non sembra esserci la folla delle grandi occasioni; l'arena è vuota per oltre metà, anche nelle primissime file si sta comodi, ma in fondo le dimensioni sono notevoli e oltre un migliaio di presenti sono comunque un buon risultato per quella che rimane una band underground. Sono le 21 quando su di un palco sormontato da casse Marshall, adornate da drappi neri e rossi, fanno il loro ingresso i cinque sulle note di “Axis Mundi”. Ultimo a comparire Fernando Ribeiro, elmo in testa con microfonino, incredibilmente carismatico tanto da mettere decisamente in secondo piano i suoi compagni. Qualcosa non funziona a dovere nella successiva “Licanthrope”, il roadie non porta in tempo l'asta del microfono e Ribeiro è costretto a cantare la prima strofa dalla postazione del bassista, ma poi tutto fila liscio e lo show sale di intensità tra fiammate, esplosioni e ottimi giuochi di luce. Sarà perchè distratto dalla componente visiva, o verosimilmente perchè non tutti conoscono ancora il nuovo album, il pubblico rimane stranamente compassato mentre vengono eseguite le nove tracce di “Alpha Noir”. La partecipazione aumenta decisamente con l'esecuzione di alcuni classici, da “Finisterra” a “Night Eternal” fino a “Vampiria”, che chiude la prima parte dello spettacolo. Segue una mezz'oretta di intervallo dove il palco viene totalmente smontato e rimontato; ora è tutto bianco, persino la batteria è sostituita, viene aggiunto uno schermo sul quale saranno proiettate immagini e due postazioni ai lati del drum kit dove si posizioneranno due coriste da una parte e due violoncellisti dall'altra. Giunge il momento di “Omega White”, l'anima più melodica e delicata dell'ultima fatica della band. In realtà in sede live la differenza non risulta così marcata, la band continua a suonare in maniera robusta e Fernando non sempre riesce a tenere a bada le corde vocali, proponendo quasi sempre un cantato più ruvido rispetto a quello ascoltato su disco. Scompaiono le fiammate ma non mancano le sorprese, come un microfono che scende dal soffitto in “White Skies” o la neve finta in “New Tears Eve” composta in omaggio a Pete Steel. Per il resto il singer tiene tutti in pugno, si rivolge al pubblico introducendo le canzoni ovviamente in portoghese, ma anche lui è vittima dell'imprevisto e quando ad un certo punto lo show si interrompe probabilmente per motivi tecnici; i suoi compagni improvvisano “T.N.T.” degli AC/DC mentre lui appare abbastanza spaesato, forse non conosce la canzone? Dettagli, perchè comunque la prestazione della band è ottima, svettano il drummer mai banale di Gaspar e il gusto chitarristico di Amorim. Anche per le canzoni di “Omega White” vale il discorso fatto in precedenza; il boato e il pogo che accolgono “Opium” indicano che ora tutti i presenti possono prendere parte alla festa. Approfittando delle ospiti femminili vengono eseguite “Raven Class” e “Scorpion Flower”, prima che un orgoglioso Ribeiro riporti tutti indietro a vent'anni fa annunciando compiaciuto “Full Moon Madness”. Sono passate oltre tre ore, si riaccendono le luci e la band saluta a lungo il pubblico, i volti si distendono e i cinque sembrano quasi commossi. I nuovi brani hanno avuto un buon impatto, a questo punto non rimane che procurarsi il doppio cd ed intanto elogiare i portoghesi per essersi meritati una serata memorabile come questa.

Scaletta: 1. Axis Mundi 2. Lickanthrope 3. Versus 4. Alpha Noir 5. Em Nome do Medo 6. Opera Carne 7. Love is Blasphemy 8. Grand Stand 9. Sine Missione 10. Finisterra 11. Night Eternal 12. Wolfshade (A Werewolf Masquerade) 13. Vampiria 14. Alma Mater 15. White Omega 16. White Skies 17. Fire Season 18. New Tears Eve 19. Herodisiac 20. Incantatrix 21. Sacrificial 22. A Greater Darkness 23. Opium 24. An Erotic Alchemy 25. Raven Claws 26. Scorpion Flower 27. Full Moon Madness