Speciale Muskelrock 2019


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Recensione: Elektradrive "Big City XX Anniversary"

Elektradrive "Big City XX Anniversary"

(Dracma Records)

Per Chi Ascolta: Hard Rock melodico di alta classe, David Lee Roth (primi due dischi), Dokken, Deep Purple, White Lion, Dan Reed Network, Extreme

Ogni tanto capita qualcosa che ti fa pensare e riflettere e ti ritrovi ad un certo punto del tuo passato e ti rivedi coi sogni e le speranze proiettate al futuro ancora tutto da scrivere... Ciò mi è capitato proprio in occasione dell'uscita di "Big City XX Anniversary", giusta e gloriosa celebrazione di una band ed un disco che solo la maledizione di essere italiani e suonare hard rock melodico ha impedito di assurgere a livelli di notorietà degni del loro talento e bravura. Non starò qua a tediarvi con le riflessioni della mia vita privata sugli scorsi venti anni, piuttosto desidero con grande piacere ed onore presentare le canzoni che Elio Maugeri (vc), Simone Falovo (ch), Stefano Turolla (bs), Eugenio Manassero (tast) ed Alex Jorio (bt) avevano preparato per ripresentarsi sul mercato discografico dopo la botta dell'ancor oggi fantastico "Due" uscito nel 1989. La resuscitata Dracma Records rispolvera quei masters, gli conferisce ulteriore linfa qualitativa, arricchisce la stampa originale con due bonus tracks e porge il tutto alle nostre orecchie affamate di qualità. Una 'misteriosa' intro introduce la gioiosa "Rocking On The Bad Side", eccellente connubio AOR/Hard Rock arrangiato con grande perizia ed eseguito con gusto e convinzione sopraffina, nella quale si possono distinguere attenti ascolti di Boulevard ed il primo disco di DL Roth. La title-track aggiunge un tocco funky (leggi Extreme di "Pornograffitti") ad una solida base Deep Purple, ma la porzione solista guarda agli States e ad un certo duo Vai/Sheehnan. Se posso riassumere il tutto con una parola, userei... goduria!!! Non poteva mancare la ballad ed ecco "Still Remember", AOR ricco di pathos e fragranti armonie vocali che richiamano una versione più energica di Richard Marx, ed è una piacevole pausa prima della ritmata e funkeggiante "Latin Lover" che esalta ancora una volta le abilità strumentali della band alle prese con diversi contesti espressivi, mentre "Fast As An ArroW" si riscatta solo nell'accattivante refrain, altrimenti scorre più anonimamente. I sabaudi riprendono la giusta direzione con "Escape From The Rock", hard rock melodico serrato pur essendo un tempo medio, e con "The Riot Of The Young Guns", anch'essa degna figlia della migliore scuola americana che ha in Dokken, Winger e White Lion fra i più rinomati esponenti. "Lucille" è una power-ballad con un refrain di prima classe e "She Will Be Hanging Over" mi ha ricordato i Dan Reed Network mescolati ai nord-europei Rat Bat Blue (chi se li ricorda?). Ci pensa "Hear It On The Radio" a ricalibrare il tiro con quella sua grande carica anthemica nei cori, arricchiti da ridondanti tastiere, agili chitarre e sinuose linee di basso, mentre la trascinante "Hitman Boogie" potrebbe essere considerata la risposta italiana a "Hot For The Teacher" dei Van Halen o a "Elephant Gun" di David Lee Roth con eguale tecnica sfoderata dai nostri connazionali. Il cd celebrativo a questo punto contempla due bonus tracks, ovvero "Fly High (Hero)", hard rocker diretto e sempre molto americano nello spirito, e "Snake 92", già sulla compilation dei primi anni novanta "Nightpieces II", un mid-tempo torrido più sulla traccia segnata da Dokken e Winger. Chi nel 1993 non potè acquistare "Big City", per motivi anagrafici o altri, oggi ha la possibilità di colmare un imperdonabile spazio vuoto nella propria discografia e rendere il giusto omaggio ad una band dalle grandi qualità artistiche che mi auguro trovi gli stimoli giusti per deliziarci ancora con sue nuove composizioni. Grazie Elektradrive, non mollate!


 

Momento D'Estasi: La terzina iniziale e Hitman Boogie

Pelo Nell'Uovo: il suono della batteria (scusate, ma è una 'deformazione' personale)