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Recensione: Black Rose "Turn On The Night"

Black Rose "Turn On The Night"

(Doolittle Group)

Per Chi Ascolta: European Heavy Rock, Pretty Maids, Pink Cream 69, Malmsteen, Def Leppard

Band svedese di Fagersta attiva sin dai primi anni novanta ed autrice di altri tre albums "Fortune Favours The Brave" (1993), Black Rose (2002) e Explode (2004), oggi torna con nove nuove tracce fedeli allo stile del quartetto che si presenta al pubblico con Anders Haga (bs), Peter Thederan (vc), Peter Haga (bt) e Thomas Berg (ch), formazione solida e rodata in diversi tour sia di supporto a Fate, The Poodles, Pain Of Salvation e Kee Marcello, che in qualità di attrazione principale. "TOTN" non ha pretese moderniste, anzi, fa di tutto per riportarci indietro a metà anni ottanta, al periodo più prolifico e fecondo della scena hard'n'heavy scandinava fatta di tanta potenza e quel pizzico di melodia che serve a scaldare i fans, il tutto condito da tanti elementi derivati dalla NWOBHM. Insomma, nulla di innovativo, ma fatto dannatamente bene. Lo start è affidato alla veloce "My Enemies" guidata da una precisa doppia cassa e da riffs concisi, efficaci e potente culminanti in un refrain epico e classico nel suo sviluppo, mentre "Rise Again" è più cadenzata ed anthemica sempre in chiave teutonic/scandi heavy rock e non a caso è stata scelta per il video postato anche su youtube. Un approccio alla Thin Lizzy mescolati agli Iron Maiden caratterizza la sostenuta title-track che ospita un ottimo assolo alla Randy Rhoads di Berg, musicista che senza scostarsi dai dettami della vecchia scuola riesce a proporre linee soliste diversificate ed intriganti. L'arena metal di "Never Let Me Down" ci trasporta per qualche minuto negli States dei Quiet Riot, Baton Rouge e hair metal bands simili per tre minuti divertenti e dinamici, quindi l'inevitabile lento "We Were Winners" dal sapore fortemente Def Leppard e con la ruvida voce di Thederan piuttosto a proprio agio anche in questo contesto. Si riparte subito dopo con l'heavy metal classico ed insipido di "Hunter" per proseguire con la più cadenzata "The Bold And The Beauty", anch'essa piuttosto anonima come la più sostenuta "Busted", tanta energia con poca sostanza. La conclusiva "Our Wisdom" canalizza meglio gli spunti compositivi del quartetto svedese senza tuttavia riuscire ad entusiasmare più di tanto. Una prova d'amore verso una scena musicale che fu e che diede ben superiori artisti e composizioni, un cd senza particolari sussulti a parte l'ottima performance chitarristica di Thomas Berg. Contatti: http://way.to/black_rose http://www.myspace.com/blackrosesweden http://www.youtube.com/user/BlackRoseSweden http://facebook.com/blackrosesweden


 

Cosa Funziona: bravo il chitarrista, alcuni spunti carini

Cosa Manca: una produzione più incisiva e un songwriting meno derivativo