Speciale Muskelrock 2019


Rok and Roll On The Sea - Festa del Redentore


Ciao Alex!


L'Antro di Ulisse Vol. XXII


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RECENSIONE: Horisont "Odyssey"

Horisont "Odyssey"

(Rise Above Records)


Per Chi Ascolta: classic rock dei seventies!

Gli Horisont sono un altro di quei nomi che, venuti agli onori delle cronache nell'ombra dei conterranei Graveyard, pian piano si stanno ritagliando uno spazio nella corrente del "vintage" rock. Arrivano oggi al loro quarto disco e ora ci si attende una riconferma dopo i buoni esordi, compito portato a termine egregiamente con questo "Odissey" che in fondo è una specie concept album, una sorta di saga spaziale. I nostri hanno la leggerezza e la forza di cominciare così con un brano, la title track, da ben dieci minuti che però sembrano volare, dispersi nei continui cambi di fronte organici e dalla tanta carne al fuoco. Certo proprio immediati non lo sono in questi momenti, però non è nemmeno un'Odissea perdersi fra le loro note. Il tutto è condito dalla graffiante voce di Axel Söderberg, sempre sul pezzo, puntuale a scandire i passaggi. Subito dopo l'introduzione è il momento del primo singolo, "Break The Limit", più diretto, compatto e trascinante, che fa coppia con la verve "Bad News" e "Light My Way". L'ascolto va via fra folate più metalliche e altre più classiche, sempre nelle tinte settantiane, a tratti bluesy, a tratti metal, a tratti prog, a tratti psych, che i nostri sciorinano lungo tutta la durata. Sul finale si passa alla lingua svedese, giù fino alla conclusiva e lenta "Timmarna", altri otto minuti buoni di pezzo meno incisivi dell'opener, ma comunque ispirati. Un deciso passo in avanti nella scrittura per il quintetto di Göteborg, che con coraggio attraversano questo concept, portandolo a termine con disinvoltura e senza annoiare troppo l'ascoltatore. Dannatamente freschi e in ascesa nonostante sembrino sempre arrivati con una quarantina d'anni di ritardo...


 

Cosa Funziona: Ottime trame, ben costruite, disco riuscito!

Cosa Serve: Continuare con questo passo.