Speciale Muskelrock 2019


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RECENSIONE: Lizzies "Good Luck"

Lizzies "Good Luck"

(The Sign Records)


Per Chi Ascolta: Heavy metal!

E' sempre con una certa curiosità che ci si avvicina alle rare metal band spagnole che arrivano alla nostra attenzione. Terra che, come quella nostrana, non è proprio l'Eldorado per questo genere, ma che eppure ha prodotto nomi di grande qualità negli anni, più o meno famosi alle masse. Ed è sempre con una innaturale diffidenza che ci si avvicina a una band tutta al femminile, perlopiù che se queste provano a entrare dalla porta dell'Heavy Metal più classico. Le Lizzies sono approdate giovanissime a questo mondo di nicchia e ora, dopo uno sfrontato EP di quasi tre anni orsono, eccole approdare al primo agognato full lenght, dopo essere venute alla nostra attenzione durante un'edizione del Muskelrock su in Svezia (e dove sennò se non la terra promessa per il metallo classico?!) di un paio d'estati fa. Innanzitutto dobbiamo rilevare un deciso cambio di passo rispetto all'EP sentito allora, inevitabile evoluzione di una band che, ancora giovanissima, ha però una maggiore esperienza in più sul palco e ciò si riflette immediatamente sulle composizioni. Così la stesura dei pezzi è un po' più matura, fedele ai classici HM, ovvio, però comunque ben interpretato dalle madrilene, che qui sono meno irruente, ma comunque piene di genuino entusiasmo. Fin dall'iniziale "Phoenix" è ben chiaro quello che le nostre vogliono portare sui palchi: metallo classico, con buona melodia, un certo tiro quando si preme sull'acceleratore ma non solo, tanti cliché –come non citare una seppur non banale "Night In Tokyo" - ma anche una certa credibilità e genuinità, pur nel senso generale di dejà vù. "Mirror Maze" è un buon passo avanti rispetto a quanto sentito finora, diretta al punto e con un buon refrain. Ma è sulla già sentita, ma sempre trascinante "Speed On The Road", che questo disco spicca il volo, seguito a ruota dalla tirata "One Night Woman". Certo è un disco semplice, registrato senza fronzoli, e che pone l'accento su di un'entusiastica visione di questa musica negli 80s: non aspettatevi incredibili e improbabili voli pindarici, solo semplicemente metallo, nella sua essenza, da gustare birra in mano e testa che si muove a ritmo. Certo è solo il debut album e le "Heavy Metal Warriors" di Madrid hanno poco più di vent'anni: lunga ancora la strada da percorrere -inutile fare sterili paragoni a Girlschool o altre oggi- ma questa strada è stata imboccata dalla parte giusta. Solo il tempo ci dirà se la buona promessa che vediamo ora in queste ragazze lascerà il segno!


 

Cosa Funziona: Canzoni facili e centrate, niente sorprese negative per gli amanti del genere.

Cosa Serve: Un pezzone che faccia uscire dalla media questo disco.