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RECENSIONE: Pompei Nights “Rather Die Than Livin' In Boundaries”

Pompei Nights “Rather Die Than Livin' In Boundaries”

(Street Symphonies Records/Atomic Stuff)


Per Chi Ascolta: Sleaze hard rock

Qualche mese fa un mini EP di soli due pezzi ci aveva portato all'attenzione un nome tutto nuovo, Pompei Nights, creando un certo interesse grazie a due pezzi secchi, veloci ed efficaci, che lasciavano buone aspettative per il debut di questi giovanissimi ragazzi di Stoccolma, conosciutosi solo tre anni orsono ad uno Sweden Rock Festival! E dobbiamo dire che ancora una volta la Street Symphony ha fatto centro, ok, andando a scavare nella miniera d'ora scandinava, ma si sa non è tutto oro quel che luccica. E questi ragazzi dimostrano di avere la giusta dose di fame, evidenziata anche da un titolo che bene li rappresenta, "Rather Die Than Livin' In Boundaries", mischiata alla consapevolezza di un'immagine curata, e, il tutto ovviamente unto da alcuni ottimi esempi di sleaze hard rock di matrice ottantiana. Un disco che non risulta mai pesante, mai troppo banale, pur scorrendo su binari abbastanza delineati: quelli già tracciati nell'EP, il cui singolo trascinante, "Midnight Mistress" apre anche questa volta le danze. Seguita a ruota dalla grintosa “Shaded” e dal pezzo migliore e più immediato, “I Want It”, anch'esso già sentito qualche mese fa. Cori e melodie catchy la fanno da padrone per un disco ben composto e registrato, con la puntuale e grintosa voce di Joey Eden sugli scudi. Se tutto il disco scorre via veloce e spensierato, ci soffermiamo sulla ballata semi-acustica “Out Of Bounds”, dal refrain immediato e efficace, “High On Adrenaline” ampiamente influenzata dai connazionali Crashdiet -e se gli svedesi si sono affidati alle mani di Martin Sweet per le registrazioni qualcosa vorrà pur dire- anche se non si scivola mai così tanto nel clone. Chiari i riferimenti anche ai mostri sacri Motley Crue, Guns'N'Roses e compagnia bella, pur se il tutto nel complesso risulta sufficientemente rielaborato. Un lavoro ben riuscito, fresco, pieno di energia positiva e tanta voglia di emergere! Qualche dettaglio è certo migliorabile come in ogni debut che si rispetti, qualcuno chiaramente reclamerebbe maggiore originalità, ma quando tutto suona genuino e pieno di vibrazioni giuste, non serve molto altro per lasciarsi andare senza freni nell'ascolto fino alla conclusiva e lenta ballad “Painful Heartbeat” che spegne morbidamente questo “Rather Die...”. Giovanissimi e già in rampa di lancio!


 

Cosa Funziona: Tanti bei pezzi, tanta intensità, e se il genere non è certo nuovo, questo ci basta.

Cosa Serve: Continuare così e crescere su questo bel solco!