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Recensione: Primal Fear "Rulebreaker"

Primal Fear "Rulebreaker"

(Frontiers Records)

Per Chi Ascolta: Heavy/Power Metal,Speed Metal

Con la pubblicazione del nuovo album,a distanza di due anni dal precedente formidabile Delivering The Black,i Primal Fear aumentano in modo esponenziale l'efficacia della loro formula compositiva,divenuta oggigiorno sempre più muscolare e possente in virtù soprattutto dell'inserimento (si dovrebbe in verità parlare di un ritorno,ormai ciclico vista la sua partecipazione all'album d'esordio della formazione tedesca oltre che a Jaws of Death, Devil's Ground e Seven Seals) di un terzo chitarrista in veste ritmica nella persona di Tom Naumann al fianco dell'accoppiata delle sei corde soliste Alex Beyrodt/Magnus Karlsson e dell'ingresso in pianta stabile del batterista Francesco Jovino (ex-UDO)dopo la fugace apparizione di Aquiles Priester.Le note sinfonico/orchestrali dell'introduttiva "Angels Of Mercy"ci presentano un gruppo in grandissimo stato di forma con una sezione ritmica forsennata che funge da base agli intrecci chitarristici e ai picchi espressivi di un Ralph Scheepers sempre più esperto nel modulare con maestria il proprio registro vocale. La cadenzata "The End Is Near" costruita sul basso pulsante di Matt Sinner risulta ancora più incisiva in virtù di un ritornello azzeccato e di un assolo frenetico mentre "Bullets & Tears",contraddistinta da un'introduzione condotta sulla falsariga di "Breaking The Law" dei Judas Priest,è la simbiosi perfetta di melodia e tecnica poste entrambe al servizio della canzone.La title track,esempio di heavy metal tradizionale,racchiude in sè più di un rimando alla produzione discografica dei Sinner,con il basso posto in grande evidenza e un andatura spezzacollo.Torna la velocità con l'inno "In Metal We Trust",fresca rilettura di "Metal Is Forever" divenuto ormai un classico immancabile nelle scalette concertistiche del gruppo originario di Esslingen,con l'incitamento continuo del palestrato frontman ad alzare i pugni al cielo in nome di una fede inscalfibile ed imperitura nel "Dio Metallo",un'assolo chitarristico sincronico da urlo e le emozionanti backing vocals.Dopo la fantastica "One Night In The December"del disco precedente spetta ora il turno alla lunga e operistica "We Walk Without Fear "rappresentare il lato più introspettivo dei Primal Fear,abili nel creare armonie strumentali e vocali di intensità rara,con il succedersi di arpeggi e riff ficcanti che culminano in un crescendo finale sinfonico e maestoso.Alla successiva e più lineare "At War With the World" fa da contraltare il mid tempo roccioso di "The Devil in Me",con un Jovino in grande spolvero, mentre la diretta "Constant Heart" non concede tregua alcuna con il suo incedere travolgente. La ballata romantico/drammatica "The Sky Is Burning" vede ancora una volta una prova maiuscola e sofferta da parte di Scheepers,accompagnato da melodie coristiche vibranti e da un assolo di Beyrodt dalla pregevole fattura.A chiudere l'album sopraggiunge infine la malefica "Raving Mad",ricca di scambi strumentali e con una prestazione vocale che raggiunge in più di un'occasione le otto ottave di estensione.Rulebreaker si presenta come riuscito e degno successore di Delivering The Black,ottimamente prodotto da Jacob Hansen, privo di cadute di tono,contentente più canzoni che se riproposte dal vivo faranno di sicuro sfracelli.L'inizio dell'anno per Frontiers Records si apre dunque all'insegna del botto. Disco straconsigliato!


 

Massima Allerta: c'è l'imbarazzo della scelta,su tutte segnalo la prog opera "We Walk Without Fear ",l'apripista "Angels Of Mercy" e la toccante "The Sky Is Burning"

Pelo Nell'Uovo: questo disco tiene ben svegli,credetemi