Speciale Muskelrock 2019


Rok and Roll On The Sea - Festa del Redentore


Ciao Alex!


L'Antro di Ulisse Vol. XXII


Intervista con i White Skull

Recensioni: White Skull

"Will of the Strong"


Intervista con i Thomas Hand Chaste

Recensioni: Where The Sun Comes Down

"Welcome"

Recensioni: Pandora

"Ten Years Like in a Magic Dream"

Recensioni: Black Star Riders

"Heavy Fire"

Recensioni: Kreator

"Gods Of Violence"

Recensioni: Danko Jones

“Wild Cat”


Intervista con i Saxon

Recensioni: Paolo Siani ft Nuova Idea

"Faces With No Traces"

Recensioni: Ted Poley

"Beyond The Fade"

 

 

 

 

 

Recensione: Cradle Of Filth "Hammer Of The Witches”

Cradle Of Filth "Hammer Of The Witches"

(Nuclear Blast)

Per Chi Ascolta: Black metal

Era scontato domandarsi cosa ci si dovesse attendere dall'undicesima prova in studio dei vampiri inglesi alla luce delle ultime, poco incisive, uscite. Va subito detto che non sembra pesare troppo (l'ennesima) fuoriuscita di Paul Allender dal gruppo, degnamente surrogato dai chitarristi Richard Shaw e Marek "Ashok" Šmerda (!?). E convincente pare altresì la scelta della nuova female vocalist caduta su Lindsay Matheson, cui spetta l'ingrato compito di non far rimpiangere Sarah Jezebel Deva. Riguardo al sound, ferme restando le ben dote componenti (teatralità abbinata a cattiveria inusitata) si percepisce una maggiore freschezza che da anni, invero, latitava in maniera preoccupante. Emblematico al riguardo l'incipit rappresentato da "Yours Immortally", rabbiosa discesa negli inferi baciata da una maestosità che lascia piacevolmente sbigottiti. Portentosa anche "Deflowering The Maidenhead, Displeasuring The Goddess" che, sin dal logorroico titolo, ricalca lo stile ferale di metà anni '90 (vedasi un azzeccato bridge vagamente Swedish), mentre "Blackest Magick In Practice" funge da autocitazione prescindibile quanto gradita. Riuscita anche "Hammer Of The Witches", vera e propria epitome del COF sound parimenti al singolo "Right Wing Of The Garden Triptych", connotato da assalti all'arma bianca levigati dagli immancabili arazzi sinfonici. E se è innegabile come "The Vampyre At My Side" costituisca una mera variante di temi ormai (stra)abusati da Dani Filth e soci, "Onward Christian Soldiers" si dimostra quella zampata di classe che soltanto i veterani talvolta sono in grado di regalare. Sia chiaro: non il migliore album dei Cradle Of Fith, tuttavia il viale del tramonto, che in passato si intravedeva, oggi pare più lontano


 

Momento D'Estasi: "Deflowering The Maidenhead, Displeasuring The Goddess"

Pelo Nell'Uovo: Nulla di nuovo sotto il sole, anzi sotto le tenebre